La Procura generale della Repubblica ha chiesto di confermare il licenziamento dalla magistratura di Luigi Tosti, ex-giudice del Tribunale di Camerino che, nel 2005, si era rifiutato di tenere udienza finché il crocifisso non fosse stato rimosso dall'aula. Attendiamo ora la sentenza definitiva che dovrà essere emessa dalle sezioni unite della Cassazione e il preannunciato ricorso alla Corte di Strasburgo da parte dello stesso Luigi Tosti.
Come associazione di cittadini di uno Stato costituzionalmente confessionale (grazie all'art. 7 della Costituzione che prevede che i rapporti tra Stato e Chiesa debbano essere regolati dai Patti Lateranensi),* non ci sentiamo indignati. Anzi sarebbe opportuno che sentenze del genere fossero più frequenti, così come fossero più frequenti i cittadini che le provocassero. Forse, dopo una scarica di sentenze della Corte di Strasburgo e dopo il ridicolo con cui saremmo sommersi in Europa e nel mondo per “serenamente” vivere in questo contesto costituzionale confessionale, qualcuno in più si sentirebbe a disagio e affronterebbe direttamente il nodo del problema: l'art. 7 della Costituzione, per l'appunto.
Chi oggi si indigna, pur potendo provare ad esercitare il potere di modifica della Costituzione, fa atto di ipocrisia. Quante proposte di legge ci sono in merito in Parlamento? Nessuna! Qualcuno in grado di fare la proposta ci sarebbe, ma è evidente che non ha intenzione di perdere tempo se, anche i partiti e i parlamentari che ufficialmente si professano non-confessionali non hanno nessuna intenzione di aprire il dibattito in materia. Si accontentano di umiliarsi nel chiedere per i propri figli l'esenzione dell'ora di religione cattolica a scuola... Perché in uno Stato non-confessionale non dovrebbe essere il contrario, cioè che chi vuole l'insegnamento della religione cattolica dovrebbe fare domanda?
In questo contesto, c'è poco da meravigliarsi che in Cassazione licenzino le persone che non vogliono sentenziare, certamente in nome del popolo italiano, ma con la “supervisione” del Cristo cattolico in croce.
I soliti soloni (in genere nel centro-sinistra e nei cosiddetti laici del centro-destra) diranno che queste sono cose marginali e ci sono cose ben più importanti... ma questi soloni sono gli stessi che si indignano e chiedono crisi di governo perché il nostro presidente del Consiglio dei ministri fa il puttaniere e, nel contempo, va ai “family day” e inaugura tutto l'inaugurabile con accanto i più alti prelati della Cupola vaticana. C'è qualcosa che non torna. Per far tornare la logica e il buonsenso civico c'è solo una cosa da fare: abolire l'art. 7 della Costituzione. Poi lo Stato farà gli accordi che ritiene opportuni con la principale confessione religiosa italiana, proprio come fa con le confessioni minoritarie, ma non obbligato dalla Costituzione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
* Art. 7 della Costituzione. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.