Sul rapporto tra sessualità, politica, potere e altro, ho già scritto. I recenti fatti di cronaca politica mi inducono a ritornarci sopra.
Un Presidente del Consiglio può promuovere leggi e decreti che normano i comportamenti sessuali e familiari, non riconoscere i diritti dei gay ed altri, pretendere di imporre le proprie idee rispetto alla maternità, fare leggi draconiane sulla prostituzione e poi andare a letto con una minorenne?
Forse sì, un amico avvocato mi spiega che consumare un rapporto con una giovane donna che abbia compiuto i 14 anni, se consenziente, non è reato.
Prendo atto. Ma qui si tratta di altro. Si tratta di festini pagati…
Ciascuno è liberissimo di fare ciò che vuole ma non di spacciarsi per moralista e poi fare tutt’altro ma soprattutto non può commettere reati!!! E non può, ricoprendo incarichi pubblici, mettersi nella condizione di essere ricattabile raccontando falsità.
In tutta la vicenda del nostro Premier, la bugia più assurda è quella della telefonata alla Questura per dire che gli risulta che Ruby sia la nipote di Mubarak… La ragazza è minorenne, senza lavoro, senza documenti e senza fissa dimora ma il Presidente del Consiglio induce la Questura a fare le cose di fretta e a mentire per ragioni di stato…. Ci potrebbe essere di mezzo l’incidente diplomatico. La ragazza viene affidata alla Consigliera regionale Minetti delegata dal Presidente del Consiglio.
Dunque, è possibile che il Presidente del Consiglio commetta reati e la Magistratura indaga. Ma anche questo non va bene: si parla di giustizia ad orologeria, di una forma di persecuzione. Tant’è che Berlusconi annuncia che è segretamente fidanzato. Non ci importa nulla di quello che Berlusconi fa con le sue donne. Ci interessa che, da Presidente del Consiglio non commetta reati.
Tutto il mio appoggio e la mia più alta considerazione alla Magistratura.
Cambiamo discorso e parliamo della vicenda di Mirafiori (che segue quella analoga di Pomigliano). Marchionne, dopo aver stretto chissà quale patto con la Craysler americana, detta il suo diktat. O si cambiano le condizioni di lavoro e i diritti interni alla fabbrica oppure gli investimenti verranno fatti all’estero e la fabbrica prima o poi chiuderà. Riduzione o azzeramento di alcuni diritti in virtù di una flessibilità che dovrebbe portare ad una maggiore produttività. Peccato che nei prossimi dodici/diciotto mesi non si prevede alcun aumento di carico di lavoro tale da giustificare le regole di Marchionne, tant’è che molti lavoratori di Mirafiori sono e saranno in cassa integrazione che, ricordiamo, è a carico dello Stato…
La verità vera è che non c’è nessuna intenzione di investire e che il modello Pomigliano e Mirafiori verrà esteso ad altre imprese.
Tutto il mio appoggio e la mia più alta considerazione alla FIOM.
L’acqua del rubinetto. Si dice che l’acqua è pubblica ma le tubature che portano l’acqua a casa sono beni economici e quindi si possono mettere sul mercato. Peccato che fino ad ora le reti siano state realizzate e pagate con soldi pubblici e adesso dovremmo darle in gestione ai privati, che però non le pagano, semplicemente le gestiscono e determinano la nostra bolletta dell’acqua. L’acqua diventerà quindi una merce e se non la paghi (profumatamente) te la taglieranno: succede già in molte città italiane.
Per fortuna c’è il Forum Nazionale per il referendum per l’Acqua pubblica che ha raccolto le firme per i referendum che sono stati approvati dalla Corte Costituzionale e che si dovrebbero tenere in primavera prossima o in quella del 2012 se cadrà il Governo… Non so cosa augurarmi.
Tutto il mio appoggio e la mia più alta considerazione al comitato referendario per i due sì per l’acqua pubblica.
...Tutto il mio appoggio all’ANFFAS che chiede l’applicazione integrale della legge n. 328/2000.
...Tutto il mio appoggio a coloro che vivono/sopravvivono con 800 (o meno) euro al mese… alla faccia di Marchionne che guadagna più di 200 volte tanto e dei festini di Berlusconi & company.
...L’elenco potrebbe essere lungo.
È tempo che ciascuno di noi ci metta del proprio, è tempo di schierarsi, di resistere, diversamente le conseguenze saranno devastanti.
Martina Simonini
(per 'l Gazetin, febbraio 2011)