Un ateo può essere vicino ad un credente più di quanto possa essere un credente ad un altro credente. Ad accomunare un ateo e un credente può essere il senso religioso.
Daria Bignardi, nella sua trasmissione del 28 gennaio, ignorando probabilmente che qualcosa li accomunava, ha intervistato prima un credente e poi un ateo: il priore Enzo Bianchi, e Corrado Augias, ateo per l'appunto. Ma si potrebbe dire che Augias è un “ateo religioso”, giacché si pone continuamente domande sul senso della vita e della morte, sul senso dell'esistenza. Un ateo che “sente” il mistero che avvolge l'uomo e l'intero universo. E giacché si pone domande, evidentemente non ha incrollabili certezze. Così come non ha incrollabili certezze il priore Enzo Bianchi, il quale, durante la trasmissione, ha parlato della difficoltà della fede in certi momenti, delle domande che restano senza risposta. Neppure il priore vive d'incrollabili certezze. Ad accomunare i due personaggi, è appunto il senso religioso.
Esistono, per contro, atei e credenti (beati loro!) che vivono tranquillamente nelle loro incrollabili certezze, che non hanno dubbi, che non si pongono domande, ignari dell'inquietudine che suscita il mistero.
Elisa Merlo