Nel 1994 uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Forza Italia era l'abolizione del “sostituto d'imposta”, purtroppo non se ne fece niente. Così nel 1998 i Radicali si rivolsero alla Corte Europea, patrocinati da un noto tributarista di nome Giulio Tremonti, per far dichiarare ingiusto e iniquo l'obbligo del “sostituto d'imposta” per le aziende. L'Alta Corte dette ragione ai ricorrenti, in quanto i datori di lavoro non avevano alcun vantaggio riscontrabile da tale obbligo imposto loro dallo Stato. Tuttavia la questione è rimasta lettera morta e l'argomento è addirittura uscito dalle campagne elettorali.
Questo è uno solo degli esempi che si potrebbero fare per dimostrare come e quanto questi ultimi 20 anni di vita politico-sociale italiana siano un vero fallimento.
Ciò che ci aspettavamo, dopo l'Italia della ricostruzione, del boom, del benessere e delle contrapposizioni tra visioni diverse (Patto Atlantico vs Patto di Varsavia) era finalmente un'Italia normale e moderna.
La cosa non appariva impossibile. Era necessario riordinare e risistemare le competenze delle Provincie (o addirittura abrogarle!) far fondere insieme molti dei Comuni italiani (sono la stragrande maggioranza!) sotto i 5mila abitanti, procedere alla liberalizzazione del mercato ed iniziare a combattere l'evasione fiscale con l'unico sistema che funziona, cioè quello in vigore negli USA.
Oltre a ciò doveva essere aperta la questione degli ordini professionali, nonché affrontato con qualche serietà il Leviatano della tremenda legificazione italiana prendendo a monito il precetto del filosofo e giurista Bruno Leoni “là ove è più legiferato, là vi è meno libertà”, contando che secondo la Commissione Cassese nel 1996 nel Belpaese si contavano già oltre 200mila leggi.
Cosa è accaduto invece in questo ventennio? La classe media, come dimostrato da tutti gli indicatori di sistema, si è notevolmente impoverita, le pratiche per poter avviare un'azienda e mantenerla in essere si sono ulteriormente complicate diventando sempre più costose. Abbiamo messo nel dimenticatoio l'unica riforma seria mai fatta sul Pubblico Impiego (la Bassanini) e, invece di diminuirlo, abbiamo dato sempre più spazio allo Stato nella vita di ciascuno. Un esempio? Mio nonno che era agricoltore, se oggi fosse ancora in vita, ogni volta che dovesse scavare una fossa nel suo podere dovrebbe poi dichiarare dove ha smaltito il terreno rimosso e magari ci sarebbe anche qualche solerte autorità pronto a fargli pagare lo smaltimento in quanto “rifiuto speciale”.
Riccardo Fagioli
Presidente Associazione Culturidea Pistoia