Vergogna piombinese senza limiti. Il Comune di Piombino concede la sala di Palazzo Appiani per una manifestazione a sostegno del governo cubano. Il 28 gennaio alle ore 17 ospiterà Vladimir Perez, consigliere politico dell’ambasciata di Cuba in Italia, e Andrea Genovali del direttivo nazionale dell’Associazione Italia - Cuba. La scusa per organizzare la manifestazione è la celebrazione dell’anniversario della nascita di José Martí, eroe nazionale cubano, autore di opere immortali in campo letterario che in parte ho tradotto. Di fatto sappiamo bene come certe manifestazioni servano soltanto a diffondere la voce ufficiale del governo cubano tramite i suoi uomini disposti sul territorio.
Per fortuna che quel giorno mi troverò a Parma, ospite di Mangia Come Scrivi, proprio a parlare di Cuba, ma in altri termini, con Marilù Oliva e Davide Barilli. Piombino è in controtendenza rispetto al mondo. Tutti cercano Yoani Sánchez, interprete del pensiero dei giovani cubani che riflette speranze di libertà e cambiamento, mentre in questo remoto angolo di Maremma - che così bene ha dipinto Silvia Avallone in Acciaio - restiamo ancorati al passato. Firenze non è lontana da Piombino, ma organizza cose di ben diverso tenore e rilevanza culturale. Giovedì 3 febbraio, infatti, alle ore 21, preso il cinema “Stensen” di via Don Minzoni 25, verrà proiettato in prima nazionale il docu-film Wishes on a falling star, girato clandestinamente da tre giovani cineasti fiorentini. Il lungometraggio, di 55 minuti, esplora i bassifondi della Cuba di fine regime castrista, fra sesso facile, droga, politica e il sogno morente del socialismo. A fare da filo conduttore, un’intervista alla blogger Yoani Sánchez, autrice del best-seller Generacion Y. In sala ci saranno Jacopo Cecconi e Giammarco Sicuro, giornalisti Rai della sede toscana, e Paolo Cellammare, fotografo e cineasta, attualmente al centro di produzione Rai di Milano. Parteciperò anch’io, come esperto di affari cubani e traduttore italiano di Yoani Sánchez, e ci sarà Mercedes Frias, ex parlamentare del Prc di origini caraibiche. Un dibattito vero animerà la serata.
A Piombino, invece, sarà di scena la tristezza, composta da un vecchio discorso di regime portato avanti da chi affama un popolo e lo costringe a scegliere tra la fuga e una vita senza libertà. Voglio solo immaginare cosa accadrebbe se una fantomatica associazione di amicizia Italia - Birmania invitasse un addetto culturale dell’ambasciata a parlare dei problemi della sua terra. Non vedo la differenza con Cuba, regime liberticida dove non è consentito avere un’opinione difforme, aprire un libero giornale, un partito politico, un vero sindacato. In queste occasioni perde la democrazia, soprattutto fa una pessima figura l’amministrazione comunale che fiancheggia iniziative di parte e illiberali.
Il problema più grave è che la grande massa di cubani esiliati ed emigrati in Italia per motivi economici non sarà presente alla serata per esprimere il suo vero pensiero. Tutti sanno come andrebbe a finire, perché a molti cubani è già accaduto: revoca del permesso di residenza all’estero e automatico divieto di poter rientrare in patria per far visita ai familiari. Regimi come quello cubano non devono essere sostenuti, ma il Comune di Piombino non riesce a capirlo e forse pensa ancora che la rivoluzione cubana sia una sogno da coltivare invece che un incubo da scacciare.
Gordiano Lupi