Sono con voi oggi a pieno cuore – e colgo l’occasione per dedicare un affettuoso ricordo a Franca e Bruno e per trasmettere un caro saluto a Giorgio. Concordo pienamente sull’opportunità e sull’utilità di sottolineare l’importanza di Silvio Trentin, tenace organizzatore e combattente antifascista, giurista e intellettuale rigoroso che fra i primi individuò lucidamente le caratteristiche del totalitarismo europeo e la crisi dello stato liberale. Egli pensò e propose, con la forza dell’utopia che diventa agire politico, una rivoluzione che conciliasse il socialismo e la più ampia libertà individuale.
Ai giovani soprattutto rivolgo l’invito a studiare la storia per non ricadere negli errori del passato ; e mi si presenta al proposito alla mente l’opera storiografica di Robert Darnton, che io sottolineai in un mio testo dal titolo “Ieri”.
Le nuove generazioni, oggi, si trovano di fronte il vuoto di una politica incapace, geneticamente incapace, di pensare il futuro, e che ha immiserito e distorto parole come bene comune, eguaglianza, giustizia, libertà. Queste parole hanno perso la loro forza ideale e noi le notiamo avvertendo il fastidio della retorica se non dell’inganno. Solo attraverso il rigore critico, la coerenza personale nell’elaborazione teorica e nell’esperienza attiva di uomini come Silvio Trentin riacquistano un senso e tutta la loro forza.
Nella dedica al figlio dell’edizione francese dell'opera Dallo statuto albertino al regime fascista del 1929 Silvio così si esprime: «A mio figlio Giorgio per insegnargli che la vita non merita di essere vissuta se non ha alla sua fonte la LIBERTÀ».
Non è tempo già trapassato eroico ma lontano: è una lucida descrizione del nostro presente, e speriamo del nostro futuro.
Pieve di Soligo, 13 gennaio 2011
(comunicazione portata dalla moglie di Andrea Zanzotto, Marisa Michieli Zanzotto)