All’interno dei CDR (Comitati di Difesa della Rivoluzione, presenti in ogni quartiere, ndt) si stanno discutendo i lineamenti per il prossimo congresso del Partito Comunista. Alcune proposte contenute nel programma sono state già approvate come leggi e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, anche se il parlamento non ha avuto l’opportunità di mostrare un consenso unanime. In ogni caso nel quartiere dobbiamo recitare la nostra parte e ripetere il solito copione. Negli ultimi dieci anni non si è mai tenuta alcuna riunione del solo partito legale nel mio paese, ma adesso pare che l’ideologia comunista sia la cosa meno importante. Per strada corre voce che cambieranno persino il nome del partito.
Ma la gente è stanca. Da tempo il popolo non riconosce il socialismo neppure nei libri, perché la storia della rivoluzione cubana ricorda troppo la storia del monopolio capitalista del secolo XIX. Nel parlamento nessuno è stato giudicato “non idoneo” o “non affidabile”, così come nessuna nomina dei delegati all’Assemblea Nazionale è stata ridotta secondo il criterio delle “piante organiche sovrabbondanti”. Non ci saranno neppure 500.000 posti da rappresentante del CDR (Comitato di Difesa della Rivoluzione) che resteranno “vacanti”. Per questo il clima della riunione pare teso sin dal cartello che si chiede “se passerà la lista di assistenza”.
Mi dicono i miei amici (nel mio quartiere la riunione ancora non ha avuto luogo) che l’ambiente si è surriscaldato: una pensionata ha detto che era l’ora di vedere i giovani alla guida del paese, un altro ha ribadito che era stanco di discutere pianificazioni e riforme che non cambiavano mai niente, una signora ha dichiarato di abbandonare il locale e che non contassero su di lei fino a quando non si fosse parlato di aumenti salariali; il rappresentante del Partito, una volta finita l’assemblea, ha mormorato che era l’ultima volta che convocava il gruppo.
Il governo di Raúl Castro deve fare i conti con un popolo stanco, scettico e annoiato di vedere così tante volte la stessa pellicola.
La cecità del potere non ha limiti, l’altro giorno ho saputo che il figlio d’un importante militare (non mi hanno voluto dire il nome) si lamentava perché le toppe per pantaloni usa e getta sono carissime e difficili da reperire. Suo padre gli ha chiesto: “Scusami, ma non le danno con la tessera del razionamento?”.
Claudia Cadelo
(da Octavo cerco, 10 gennaio 2011)
Traduzione di Gordiano Lupi