Per la terza volta siamo chiamati a difenderci in Tribunale per l'esistenza, nella sezione “Di' la tua” del nostro sito, del forum “Fabio Oreste e la... Finanza”.
La prima richiesta di oscuramento del forum risale al 2009: Fabio Oreste chiedeva al tribunale di Firenze di censurare il relativo forum, ritenuto diffamante. Il 13 ottobre del 2009 il Giudice ha dato ragione al ricorrente, e ha oscurato il forum che a suo parere non “meritava di esistere” perché, sebbene il nostro ordinamento tuteli il diritto di libera espressione delle proprie opinioni, non tutela l'anonimato. A parere del Giudice infatti gli utenti del forum non potevano discutere né in termini positivi né in termini negativi sull'operato di una azienda laddove avessero scelto di non inserire nel post i propri dati anagrafici.
Aduc propose reclamo contro questo provvedimento profondamente ingiusto ed ha avuto ragione: il Tribunale collegiale di Firenze con un provvedimento del 30 aprile 2010 ha riaperto il forum, chiarendo che «[...] il sig. Oreste non ha alcun diritto a vietare che un sito di una associazione di tutela dei consumatori ospiti un forum di discussione anche critica del suo operato professionale nel campo della consulenza in materia di mercato finanziario».
Nel frattempo ci è stato notificato un atto di citazione davanti al Tribunale di Firenze in cui si richiede nuovamente l'oscuramento del forum e un risarcimento danni ingente: 100.000,00 euro! Domani, giovedì 13 gennaio 2011, si terrà la prima udienza di cognizione della causa, dove saremo assistiti dagli avv. Emmanuela Bertucci e Claudia Moretti.
Ancora una volta Aduc decide di stare in prima linea nella battaglia a difesa della libertà di espressione sul web. In tutte le vicende giudiziarie in cui siamo stati coinvolti, la controparte è sempre una società o un imprenditore che, lui per primo, utilizza Internet per fare pubblicità alla propria attività e dunque trovare clienti. E pretenderebbe che i consumatori parlassero di lui su Internet solo in termini positivi, mai in termini critici. E se ciò accade, adisce il giudice affinché i luoghi in cui si parla di lui in termini critici o di diffidenza o di perplessità vengano tacitati e censurati. Chiede dunque alla giustizia civile (e in questo caso ottiene) di contribuire, con la censura, a fornire una visione distorta della realtà -distorta in suo esclusivo favore- dove nessuno è mai stato scontento del suo operato, dove nessuno possa permettersi di criticarlo.
Qui la nostra difesa nella specifica udienza di cognizione
Qui il nostro canale web contro la censura
ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori