Dallo scorso 31 marzo le Poste sono impegnate, dopo accordo con l'Antitrust, ad inserire sui bollettini postali per il pagamento del cosiddetto canone Rai, anche le apposite caselle per l'indicazione del numero IBAN; in questo modo la concorrenza sarebbe salva, perché l'utente non sarebbe obbligato a pagare l'imposta solo attraverso le Poste, al costo di euro 1,10 euro per il pagamento allo sportello (più il tempo per fare la fila) e a 1 euro per il pagamento sul conto postale on line o 2 euro con carta di credito, che diventano 2% dell'importo quando si versano più di 100,00 euro. Il pagamento potrebbe essere effettuato anche attraverso la propria banca, alle condizioni del proprio rapporto che, spesso, prevede un certo numero di operazioni gratuite.
“Fatta la norma gabbato lo santo”! Perché la Rai invia a case dei contribuenti il bollettino delle Poste, ma sulle caselle dell'Iban non si può scrivere nulla in quanto ci sono degli asterischi. Non solo, ma se si va sul sito della Rai, l'unico metodo di pagamento indicato è quello con bollettino postale.
Allora i casi sono due:
- la Rai è inadempiente perché vuol vessare i contribuenti;
- la Rai ha fatto un accordo (ignoto anche all'Antitrust) con Poste italiane in barba alla legge.
Per questo motivo abbiamo investito la specifica Autorità Antitrust perché indaghi su queste ipotesi.
Qui il nostro canale web contro il canone Rai
Vincenzo Donvito