Dopo sigarette, ceci e patate, il governo toglie anche sapone, detergente liquido e dentifricio
Preoccupazione per la temuta soppressione della libreta
A partire da sabato le autorità cubane elimineranno dalla tessera del razionamento sapone, pasta dentifricia e detergente liquido, nel quadro di una misura che fa parte di uno sforzo disperato per ridurre i sussidi. In conseguenza di questa decisione i prezzi di questi prodotti aumenteranno fino a 12 volte, un aumento che il dissidente cubano Darsi Ferrer (foto) ritiene «una misura assurda per un popolo già al limite della sopravvivenza».
Il governo di Raúl Castro ha ridotto negli ultimi 12 mesi gli articoli sovvenzionati con la tessera del razionamento per contenere le spese statali e cercare di superare una profonda crisi economica. Le sigarette, le patate e i ceci sono stati già eliminati dalla lista dei prodotti venduti a prezzi politici e le quantità distribuite di molti generi alimentari sono state ridotte.
Adesso un contenitore da 1,040 grammi di detergente liquido aumenterà da 3.75 a 25 pesos cubani, un tubetto di dentifricio da 120 grammi che si vendeva a 65 centesimi costerà 8 pesos. Il sapone da bagno e per lavare passerà dai vecchi 25 e 40 centesimi, rispettivamente, a 4 e 5 pesos, secondo la grandezza.
La tessera del razionamento, introdotta nei primi anni Sessanta come misura temporanea per garantire che tutti i cubani avessero accesso in maniera uguale ai prodotti, comprende un paniere alimentare di base e altri prodotti fondamentali venduti a prezzi politici.
I cubani si lamentano che questo paniere mensile è sufficiente appena per 10 giorni, ma riconoscono che per lo meno rappresenta un aiuto in un paese dove il salario mensile medio è di 429 pesos, equivalenti a circa 20 dollari.
La maggioranza dei cubani che già devono subire numerosi aumenti di prezzi dovuti all’eliminazione di altre sovvenzioni, «non potranno comprare più questi prodotti», ha detto Ferrer, dopo aver studiato le conseguenze della riduzione dei sussidi statali.
Alcuni funzionari governativi hanno dichiarato in tempi recenti che in futuro la tessera del razionamento sarà eliminata e certe affermazioni hanno provocato grande preoccupazione tra la cittadinanza, soprattutto tra gli anziani e i pensionati, che vivono con modeste pensioni attorno ai 15 dollari.
«Nessuno può sopravvivere mangiando solo ciò che viene assegnato con la tessera del razionamento», ha scritto la popolare blogger Yoani Sánchez. «Tuttavia, gli infimi salari e gli alti prezzi degli altri mercati rendono drammatica e controversa la soppressione di questa sovvenzione statale». Yoani auspica con una metafora «un cambiamento di mentalità nei cubani quando si renderanno conto che non ricevono più il miglio promesso all’interno delle gabbie».
Raúl Castro ha dichiarato l’anno scorso che la Rivoluzione non poteva mantenere la sua promessa di mantenere uno stato egualitario e paternalista nel quale il governo offre garanzie dalla culla alla tomba.
I piani del governo cubano di mandare in pensione mezzo milione di impiegati pubblici entro il primo di aprile, e forse un altro milione nei prossimi tre anni, hanno messo in agitazione decine di migliaia di persone che temono di restare senza lavoro.
Adesso c’è chi dice che il governo toglierà dalla tessera del razionamento anche le uova e la pasta e alzerà il prezzo della porzione quotidiana di pane assegnato con la tessera, da 5 a 80 centesimi.
Si preparano tempi duri per i cubani. Il libero mercato è alle porte, nessuno è preparato ad affrontarne le incertezze economiche e in compenso il regime si dichiara ancora socialista…
Gordiano Lupi