Il 25 dicembre, leggo su diversi noti quotidiani on line: «Benedetto XVI: “Dio è dove regnano giustizia, pace, amore”». L'affermazione, pronunciata da questo Papa, mi suona un po' strana. Infatti, si potrebbe pensare che Dio è ovunque ci siano giustizia e amore, a prescindere dalla fede. E sarebbe giusto. Però Joseph Ratzinger ha sempre sostenuto che «chi esclude Dio dal suo orizzonte, falsifica il concetto di 'realtà' e, in conseguenza, può finire solo in strade sbagliate e con ricette distruttive» (discorso in Brasile nel maggio del 2007); concetto che si ripete come un ritornello nel libro Gesù di Nazaret: il mondo va in rovina là dove non c'è fede in Dio, e va invece bene dove c'è la fede. Il che è confutato dalla storia e dalla nostra esperienza.
Mi sorprendo dunque, e vado a leggermi l'omelia pronunciata dal Papa. E vedo che i giornali hanno messo tra virgolette e quindi attribuito al Pontefice parole che non ha pronunciato. Infatti, ha detto precisamente, rivolgendosi al Signore: «Ti ringraziamo per la tua bontà, ma ti preghiamo anche: mostra la tua potenza. Erigi nel mondo il dominio della tua verità, del tuo amore - il “regno della giustizia, dell'amore e della pace”». Una semplice invocazione. In altre parole, il Pater Noster: «Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra».
Come mai quindi nei titoli quelle parole tra virgolette?
Francesca Ribeiro