Durante la seduta si è aperto un dibattito tecnico-politico-legislativo molto serio. Il ddl Gelmini modifica in maniera diversa e contraddittoria una legge esistente. Nel chiamare la presidenza a dirimere la controversia, la presidente di turno, la leghista Rosi Mauro, si è fatta prendere da un attacco di “machismo”, e ha deciso di votare a rullo compressore con faldoni che volavano, senatori dell'opposizione sui banchi del governo e urli ovunque.
La scena è esilarante, io l'ho rivista sul sito di Repubblica, immagino stia su quello di Radio Radicale, ma sono tre minuti di delirio in cui la presidente dichiara approvati ben quattro emendamenti per alzata di mano all'articolo 6. Senza voto elettronico, e senza controprova, ovviamente è insindacabile il parere della presidenza di turno. A nulla valgono i tentativi del funzionario di turno per placarla. Poi sospende per dieci minuti. Dopo oltre un'ora è appena arrivato Renato Schifani, propone di rivotare gli emendamenti.
Schifani si appella all'articolo 118 primo comma del regolamento che testualmente recita, che il presidente «può disporne l'immediata rinnovazione», insomma può farli rivotare subito, immediatamente nel dubbio. Ora il punto è se sette emendamenti votati due ore fa, con un altra presidenza di turno, possono essere rivotati...
Prosegue il dibattito, contrari alla decisione-proposta di Schifani il Partito Democratico con la capogruppo Anna Finocchiaro, che ha sottolineato il nodo politico di una legge che comporterà tre interpretazioni di una legge esistente ha ammesso il caos dell'aula, ma che annullare ben sette votazioni non possa ritenersi possibile; Luigi Ligotti per l'Italia dei Valori è stato aderente al regolamento, e nel contestare la decisione di Schifani ha sottolineato come si possa ammettere che in democrazia esistono anche degli errori, come quello fatto dalla presidente Mauro. Giampiero D'alia per l'UdC concorda sull'interpretazione di Schifani sul regolamento e la ripetizione del voto, mentre chiede di rimettere alla giunta del regolamento la questione squisitamente tecnico legislativa. Federico Bricolo per la Lega Nord esprime solidarietà alla compagna leghista Mauro «aggredita dall'aula»: come dire il mondo al contrario. Non è la presidente che ha aggredito l'aula e il regolamento...
Per Pasquale Viespoli, Fli, il tema delle regole, con il modo di procedere è saltato il rispetto. Si doveva interrompere e convocare la giunta del regolamento, riconosciuta l'irregolarità del voto vadano “rinnovate” le votazioni. Maurizio Gasparri, capogruppo del PdL, sostiene che la volontà del legislatore è chiara, ma un mancato coordinamento del testo ha prodotto il dibattito sul punto, mentre le votazioni nella confusione provocata dall'opposizione devono essere rifatte. Anche Giovanni Pistorio e Francesco Rutelli chiedono di rifare il voto...
Ma il punto ancora più esilarante è che siccome nella prima riunione dei capigruppo a ridosso della sospensione dei lavori è stata la Finocchiaro stessa a chiedere di rivotare, richiesta accettata da Schifani. Insomma nessuno aveva capito che erano stati dichiarati approvati quattro emendamenti, neanche la finocchiaro....
Il top
Interviene la Gelmini, e impegna il governo in sede di conversione del decreto milleproroghe a risolvere il problema di coerenza della legge che stiamo approvando ora in Senato... Ammette cioè che la legge non è coerente, e invece di modificarla e correggerla in sede di approvazione lo farà quando il Parlamento convertirà un decreto che il governo approva domani, ma su cui non potrà intervenire perché ancora non c'è la legge Gelmini da correggere....
Votazioni svolte nel casino della presidente Mauro annullate dal presidente, al momento del rinnovo del voto sono stati accantonati quelli che sanerebbero l'errore e su cui si pronuncia stasera la giunta per il regolamento…
Donatella Poretti