Dubito che le prossime ore chiariranno se sia stata l’incapacità o la consapevolezza a dettare la scelta criminogena di creare una zona rossa, peraltro assai precaria, offrendo così un facile obiettivo ai violenti, in pratica un invito a giocare agli indiani che assediano il fortino.
Così come siamo distanti dal comprendere le ragioni che hanno portato alcune centinaia di persone a “entrare in guerra” e molti di più a tollerarle.
Appare però chiaro un fatto: il regime italiano, con il suo essere antidemocratico e contro Costituzione, non solo produce violenza ma la promuove. Se dieci persone tirano un sasso, attirano la politica e diventano una notizia da prima pagina; se fanno un’azione nonviolenta, che sia un digiuno o un walk around, lo sanno a malapena gli amici.
L’atto violento viene “premiato”, proprio perché non mette in pericolo gli assetti di potere, anzi, li rafforza. A quel punto non serve neanche provocarlo, viene da sé. Se in questi anni avessero potuto conoscere la forza della nonviolenza, tanti di quei ragazzi ieri sarebbero stati militanti della libertà e della responsabilità, non dell’odio.
Spero che su questo anche il sistema dell’informazione apra una riflessione, deontologica e culturale insieme.
Mario Staderini
segretario di Radicali italiani
(da Notizie Radicali, 17 dicembre 2010)