Caro Babbo Natale,
c’era una volta la tradizione di scriverti non solo per chiederti regali ma anche per fare buoni propositi o chiedere il tuo autorevole intervento per raddrizzare le cose… Ora scrivere lettere è un po’ démodé.
Quest’anno per Natale sembra che grandi e piccini desiderino i gadget hitech targati Apple, oscillando tra iPhone, iPod e iPad.
Io mi accontento del mio vecchio Black Berry, ma intanto, anch’io ho da chiederti un intervento sulle mele… Ma dobbiamo proprio mangiarle avvelenate?
C’era una volta lo Stato. Dice Michele Accomasso:
«…C’era una volta lo Stato democratico… Lo Stato ai tempi della globalizzazione è uno stato sempre più succube dei poteri economici più forti i cui cittadini sono ridotti al ruolo di consumatori sempre meno solidali e costretti a trovare soluzioni individuali a problemi creati socialmente… C’era una volta lo Stato democratico che svolgeva un ruolo di mediazione tra gli interessi contrapposti e cercava di tutelare le componenti più deboli della società. Controllava la ricchezza che si produceva sul proprio territorio: faceva le leggi in modo autonomo e le amministrava, batteva moneta e riscuoteva le tasse…»
Non vorrei un superStato… mi accontenterei di uno Stato normale!
C’erano una volta i luoghi d’incontro, dove la comunicazione era fatta di voce, di sentimenti, ma anche dei sensi: l’udito, il tatto, l’olfatto… Ora ci sono i “non luoghi” o i “luoghi virtuali”… belli e pieni di persone, ma non rischieremo l’isolamento? Ora persino per pagare ci dicono che si può fare da soli… Casse self service, sotto l’occhio vigile di una telecamera… Aumentano le cose che facciamo in solitudine… Aumenta la fretta, aumenta il cinismo. Puoi fare qualcosa? Puoi rallentare il ritmo?
C’erano una volta i regali di Natale, dove il senso era essenzialmente “Mi sono ricordato di te” e non importava che tipo di regalo fosse. Ora se non sono griffati rischi di fare figuracce.
Se da una parte sembrano in aumento i “consumatori critici” soprattutto per il cibo ma non solo: il consumo critico riguarda il territorio, il risparmio (finanza etica), i servizi quali trasporti e telecomunicazioni, dall’altra facciamo fatica a rinunciare a delle cose in favore di altre… per la moda, per apparire.
Quest’anno voglio fare regali facendo cose che mi fanno star bene e pazienza se il regalo non sarà gradito come quello dell’anno scorso: ai miei famigliari regalerò una donazione fatta a loro nome a 'l Gazetin, che ne ha bisogno. Alla nonna, che forse non capirebbe, il caffè equosolidale…
Buon Natale!
Martina Simonini
(da 'l Gazetin, dicembre 2010)