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Yoani e la punizione di non poter uscire da Cuba
10 Dicembre 2010
 
«Non so niente del mio permesso di viaggio: sono prigioniera dell'isola, condannata a non potermi muovere, punita con il divieto di uscire», ha scritto la blogger cubana sulla sua pagina di Twitter.

 

 

L'autrice del blog Generación Y (www.desdecuba.com/generaciony) pubblica una serie di Tweets dove esprime la sua indignazione di fronte alla restrizione più odiosa imposta dal regime da oltre cinquant'anni: la proibizione del diritto di ogni cittadino di poter entrare e uscire liberamente dal suo paese.

«Le restrizioni migratorie sono sotto gli occhi di tutti e dimostrano - se mai ce ne fosse bisogno - la nostra mancanza di diritti», afferma Yoani.

La blogger, residente all'Avana, ha vissuto sulla propria pelle i problemi tipici dei cubani che vogliono esercitare questo diritto. In meno di tre anni il governo le ha negato il permesso di uscita (la così detta carta bianca) per ben otto volte.

Poco tempo fa ha presentato una nona richiesta, che non ha ancora ricevuto riposta.

 

«Credo che durante la cerimonia di ritiro dei premi Principe Claus, il mio posto resterà vuoto. Chi risponde per queste violazioni dei diritti umani?», si chiede Yoani su Twitter (twitter.com/yoanisanchez). Proprio quest'anno la blogger è stata insignita del Premio di Giornalismo assegnato dalla prestigiosa Fondazione Príncipe Claus con sede in Olanda (www.princeclausfund.org).

Il 17 dicembre verranno consegnati i premi nel Palazzo Reale di Amsterdam, ma per il momento Yoani non possiede l'autorizzazione a uscire dal suo paese; non ha la carta bianca che le deve dare il regime di Raúl Castro. Yoani desidera prendere parte alla cerimonia ma non sarà facile.

Il discorso è sempre lo stesso. Yoani non è potuta andare neppure alla Columbia University di New York, dove nel 2009 ha ricevuto in sua assenza una menzione speciale al Premio di Giornalismo Maria Moors Cabot.

Un altro esempio è stato quando, nel 2008, non si è potuta recare in Spagna per ritirare il Premio Ortega y Gasset di giornalismo digitale, del valore di 15.000 euro. Il governo le rifiutò l'autorizzazione a viaggiare.

La blogger è stata selezionata nel 2008 dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti del mondo. Generación Y è stato nominato dal Time e dalla CNN tra i 25 migliori blog del mondo. Generación Y ha ricevuto anche il premio della giuria come miglior blog nel concorso The BOBs, che si è svolto in Germania.

Molti premi in tutto il mondo per un blog che è proibito a Cuba, perché analizza i problemi e riflette sulla vita quotidiana.

 

«Se almeno mi dicessero in che cosa consiste la mia condanna. Quale delitto ho commesso?», si chiede Yoani, visto che le autorità del Dipartimento di Immigrazione ed Estero hanno risposto con “una non risposta” alle sue più recenti richieste di uscire dal paese per recarsi in Olanda e Danimarca.

«Perché il nostro Parlamento non cessa di essere un luogo dove si ascolta soltanto e si decide a votare per eliminare le restrizioni di viaggio?», scrive la blogger criticando tRamite la rete gli alti funzionari del governo cubano e la loro politica immobilista.

«Il nostro Parlamento smetterà di votare all'unanimità e di applaudire con frenesia per dare impulso ai necessari cambiamenti?» ... «Se Parlamento deriva da parlare, come mai loro si dedicano soltanto ad acconsentire, applaudire e votare all'unanimità?» ... «Qualche parlamentare alzerà la mano il 15 dicembre, per proporre di eliminare la carta bianca?», sono soltanto alcune delle domande che pone con forza la blogger indipendente.

 

Negli ultimi giorni anche altri attivisti cubani per i diritti umani si trovano a dover fare i conti con la carta bianca. Le Dame in Bianco e il dissidente Guillermo Fariñas hanno chiesto il permesso per assistere in Francia alla cerimonia di consegna del Premio Sakharov alla Libertà di Coscienza, assegnato dal Parlamento Europeo.

Le Dame in Bianco hanno vinto il prestigioso premio nel 2005, ma non sono mai state autorizzate dal regime a recarsi presso la sede dell'Europarlamento.

Fariñas ha ricevuto il Sakharov quest'anno, e adesso si trova nella sua casa di Santa Clara in attesa dei documenti necesSari per richiedere la carta bianca. Non è molto ottimista e crede che non lo lasceranno partire. «Se Guillermo Fariñas non potrà andare alla cerimonia di consegna del Sakharov, perderà la patria e vinceranno gli intolleranti», sostiene Yoani.

Yoani Sánchez continua a lottare per il riconoscimento di un diritto che riguarda tutti i cubani. «Chi condivide simili ingiustizie? Chi accetta senza problemi che una persona non possa viaggiare o che non possa tornare a vivere nella sua patria?», si chiede la blogger di Generación Y.

 

Non è tutto così semplice, purtroppo. Nel giorno dei diritti umani a Cuba si deve lottare ancora con più forza perché simili ingiustizie vengano rimosse. Le Dame in Bianco hanno sfilato per le vie del centro chiedendo giustizia, ma come sempre la Sicurezza di Stato è pronta a predisporre meeting di ripudio e stretta sorveglianza.

 

Gordiano Lupi


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