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Daniele Dell'Agnola. Una delle più belle voci svizzere di lingua italiana 
L'ultimo romanzo di Maria Rosaria Valentini
07 Dicembre 2010
 

«La vita è un colpo d’ascia», scrive Ciarli. La sciabolata di questo settenario segna il ritmo e la struttura del romanzo Antonia di Maria Rosaria Valentini (Gabriele Capelli editore, Mendrisio 2010), una delle più belle voci della narrativa svizzera di lingua italiana. Si racconta una storia di emigrazione, partenze e ritorni alla terra madre, pieni di tensione. Gli emigranti, in quei mondi nuovi di speranza «si accontentavano di qualsiasi lavoro. Erano sempre impieghi per le braccia: caricare, scaricare, ramazzare, accendere forni, lavare piatti, sbucciare patate
». (p. 22) Gli uomini se ne vanno in Inghilterra, mentre le donne rimangono al paese, perse, cercandosi nelle carezze: «Nostra madre rimase imbambolata, persa, raggelata. Angiolina si ancorò al suo fianco, le tagliò i capelli e le unghie delle mani, le massaggiò i piedi». (p. 100)

Emigrando, questa gente incontra altre culture, soprattutto un'altra lingua, così, su biglietti rimediati e spiegazzati, si inviano notizie come questa: «I think ca innotte chiove ancora. Perché iecc chiove sempree fa fridd, you know? E si mangiano le chips e I sto buone». (p. 22)

Ma questa volta è Ciarli, ad essere abbandonato. Da sua sorella Antonia. «L’ho vista scomparire coma un’ape disorientata che scivola nel collo stretto di una bottiglia vuota e non le ho mai perdonato quella gonfia distanza in mezzo a noi. Ancora oggi sono incapace di riconciliarmi con quel suo abbandono». (p. 21)

 

«La vita è un colpo d’ascia», scrive Ciarli, mentre narra la storia dell'amata sorella Antonia, ragazza tenace che si stacca dai codici d'onore del suo Sud per realizzarsi come donna. Il libro ha una struttura bipartita: la voce narrante maschile nella prima parte del libro (Ciarli) lascia il posto, nella seconda parte, ad un monologo serrato di Antonia, che svela il passato a Ciarli.

La vita è un colpo d’ascia” anche nella seconda parte del racconto, quando si scopre che Maria Regina, madre di Antonia e Ciarli, è una vittima, una bambola gravida alla quale l’anima è stata rubata da uno spietato signorotto di paese, che, animale bavoso, l'ha posseduta. La vita deve però continuare: tutti sanno e nessuno alza la voce, molti sussurrano. Maria Regina sposa comunque un ragazzo di nome Sandrino: «Sandrino, piano, la depose sotto le lenzuola e se distese al suo fianco senza dire una parola. Gli avevano detto che le donne gravide non si toccano. Entrambi finsero di sognare. Mia madre, appena chiudeva gli occhi, vedeva la faccia sudata di don Cecco con un filo di bava che scendeva dagli angoli della sua bocca animale». (p. 95)

La condizione femminile è un altro tema caro all'autrice, emerge quindi nella sua gravità la nonna che «era anche l’unica donna muratore della zona e quell’attività significava stupore a quei tempi e… magari anche in questi». (p. 25)

E l'accesso alla cultura non è facile, per Antonia. Il fratello Ciarli passa molto tempo in biblioteca: «Ho passato molti tempo là dentro dimenticandomi tutto. Quando, di mattina, uscivo presto, Antonia mi portava il muso perché, da femmina, non le era permesso fare altrettanto. Ci restavo male, ma io, di certo, non potevo cambiare le cose». (p. 37) Antonia reagisce e dice a Ciarli: «Lo dici tu, le cose si cambiano… se uno le vuole cambiare! [...] L’ho chiesto pure a Don Dante di lasciarmi venire quando mi pare, ma lui ha risposto che la biblioteca fuori orario non è posto per femmine. Secondo me Don Dante beve e pure tanto, sennò uno non arriva a dire ‘ste scemenze». “La vita è un colpo d'ascia”.

 

Elegante e profonda, leggera e tagliente fino al sangue di una donna violata, questa storia lascia la cicatrice nel lettore. La scrittrice lavora molto bene i tempi narrativi creando una delicata tensione nutrita dalle due voci narranti (quella femminile è rivelatrice, quella maschile di attesa); il linguaggio, lontano dai luoghi comuni, è curato, preciso,ricco. È una scrittura che vale come impegno civile.

 

Daniele Dell'Agnola


 
 
 
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