Ha ragione Fabrizio Bianchi? Sono masochista? Ho sbagliato? Ho chiesto qualcosa che non sta bene chiedere in pubblico? Sto prendendo una brutta china? Devo cambiare mestiere?
Insomma, per colpa sua mi sono ritrovata in un mare di domande, altro che one shot. Ma lo perdono, per dei buoni motivi. Che, imparata la lezione, non mi metterò ad elencare qui, davanti a tutti...
I tutti e le tutte che saluto e ringrazio. Perché (e non è colpa di Fabrizio, sia ben chiaro!) questo è l'ultimo appuntamento di one shot su TellusFolio.
– Ce n'è una fantasma che si aggira senza che nessuno lo sappia, oppure è vero che non hai mai pubblicato una tua personale raccolta di poesie?
Cara Silvia, una prima rapida risposta è una domanda: sei masochista? Cosa pensi possa mai interessare ai tuoi lettori?
Poi ti rispondo lo stesso perché ti amo molto e ogni tua curiosità non posso che soddisfarla (anche se era meglio e più semplice una comunicazione privata). Non è vero, ma quasi. Ho pubblicato una sola raccolta dal titolo oggi improponibile (in copertina un ‘autoritratto’ da un’incisione di Toni Munzlinger: una testadicazzo incravattata) nel 1974, come premio di un concorso -allora importante- per ciòfani promesse. Presentazione al Circolo della Stampa di Milano, sala delle colonne stracolma (non come adesso i soliti quattro gatti in libreria o alla Palazzina Liberty). Subito dopo l’editore è fallito. E la sala era piena di giovani contestatori incazzati. Erano tempi bui (secondo me luminosissimi) ed io, che fino al ’68 avevo lavorato da studente, per mantenermi e per passione, nella serissima/tetra redazione della rivista dell’opus dei, ero ancora, a distanza di anni, considerato un cattolico reazionario di merda. A torto. Ero invece parte attiva di M. S. Ma tant’è. Questo è l’imprinting che mi distoglie da ogni ricorrente vanità di pubblicare. Contenta? Ho passato i vent’anni successivi a lavorare/giocare con le parole come copywriter e solo dopo ho ricominciato a partecipare ancora a qualche concorso letterario. Vincendone parecchi: ho pagato con la poesia qualche rata di mutuo, ed ho la casa piena di coppe, targhe, medaglie e diplomi, che uso spudoratamente come collezione di farfalle per giovani ingenue aspiranti poetesse. Funziona.
Sisyphus
9:13 1-NOV-08
Servizio Recall.
La persona che hai cercato è ora disponibile.
Ecco, ha acceso il telefono.
Ora, in vestaglia, sta preparando il caffè
A un altro uomo. che ama, nonostante tutto.
E che detesta, per la sofferenza che le dà
Lui ne conosce le gambe, i piccoli seni da bambina
gli umori del sesso, come si muove mentre fa l’amore
Ed io, che sto imparandone gli odori
le dolci sfumature di colore della pelle,
la tenerezza dei baci, lo smarrirsi degli occhi
[chiari come un lago verde-azzurro]
impazzisco. Geloso di ogni suo [minimo] darsi
di ogni secondo che vive in quella casa.
Piangerei di rabbia pigliando a pugni il muro
scagliandoci contro proprio il cellulare
[così amato strumento -peraltro- di amorose intese]
unico nesso. per una vita altrimenti invivibile
nera e opprimente come una galera.
Il trillo sul cuore. La vibrazione che ti salva
la scarica violenta di un defibrillatore che ti riaccende il battito
e ti resuscita -ogni volta- come un lazzaro
già morto e sepolto pieno di acciacchi
vecchio, comunque bisognoso di un pacemaker
pace, comunque per lo stordimento dei sensi
per quella morsa che ti stritola il petto
il nodo in gola senza più respiro
se non il groppo che si scioglie in pianto
salatissime lacrime & disperate apnee, senza requie
Non finirò mai, dunque questa eterna adolescenza
questo infinito portare il peso tremendo dell’amore
arrancando, in disumana salita senza quasi più forze
solo per vederlo poi [ogni volta]
dalla cima più alta rotolare in basso
infrangersi a valle nel fango dello scempio quotidiano
L’inferno è questo. Qui. Tutte le volte.
L’amore più puro che si infanga d’odio.
Fabrizio Bianchi, nato nel 1946 nel ravennate, da sempre vive e lavora a Milano. Durante gli studi è praticante giornalista come segretario di redazione del mensile Studi Cattolici, incaricato per le recensioni d’arte di una testata specialistica della Montedison e responsabile della pagina settimanale dedicata al mondo giovanile del quotidiano L’Italia (poi Avvenire). Dopo la laurea per tre anni svolge il compito di assistente volontario di critica d'arte all'Università Statale di Milano. Pubblica le prime poesie sulla testata culturale della SIPRA, concessionaria della pubblicità RAI. Dal '68 al '73 organizza mostre d’arte, collabora come critico alle fortune di una innovativa galleria milanese, vince i suoi primi premi letterari e il premio giornalistico Viareggio. E pubblica -come vincitore per l’inedito di un concorso- il suo primo libro. Per oltre vent’anni si occupa -come copywriter ed imprenditore- di pubblicità ed editoria video. Numerosi i premi ed i riconoscimenti ricevuti sia per la sua attività che per la scrittura poetica: è pubblicato su web, riviste, plaquettes e antologie. È selezionato per la poesia per i readings del Festival "Frontiere", sponsorizzato da Musica! e dai jeans Levi's (Antologia Molte più cose/Mappe della nuova intelligenza, edita da Castelvecchi). Scrive in coppia con Daniela Monreale il libro Corpo a Corpo, edito da LietoColle, ed entra a far parte della redazione della rivista letteraria Le Voci della Luna, di cui è attualmente direttore responsabile e direttore editoriale per le omonime edizioni di poesia. Fa parte dell’associazione culturale Milanocosa e collabora a PoesiaPresente.
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