La rumba si diffonde ovunque mentre si fa gran festa sul lungomare avanero, in un’estate che spinge ad asciugarsi il sudore con le maniche della camicia. La scena si sposta all’ottavo piano di un palazzo vicino, dove un uomo non sopporta più il rumore dei tamburi e le grida degli ubriachi. I suoi pensieri si spingono a ricordare le raffiche di una mitragliatrice e il profumo di un’Africa lontana dove ha perso un amico, il buon senso e il sonno.
Ariel è il personaggio principale de El carnaval y los muertos (Il carnevale e i morti), ultimo romanzo di Ernesto Santana, un autentico scrittore ombra, in una città altrettanto spenta. Per noi che già conosciamo la sua scrittura, cruda, sicura e intrisa di problematiche, questo nuovo testo ci pone di fronte a una miseria quotidiana così comune da finire per passare inosservata. L’autore ci fa conoscere il trauma di coloro che sono stati trascinati in terre lontane e coinvolti in una guerra che non capivano, una guerra che ancora oggi è difficile comprendere. Una storia d’amore, i fantasmi e l’AIDS, contribuiscono a comporre questo dramma di appena 175 pagine. Una fiction a base di morti che vanno e vengono, di spettri con divise militari e medaglie, gonfi di alcol, desiderosi di dimenticare, ossessionati dall’idea di gettarsi nel vuoto. In definitiva, un libro scritto con lo stile intimo e sobrio tipico di Ernesto Santana, che quest’anno si è aggiudicato il concorso letterario “Romanzi nel cassetto Franz Kafka”.
Molto presto presenteremo in casa nostra - quattordicesimo piano di un edificio stile jugoslavo che potrebbe trovarsi in ogni luogo di Cuba - questa opera commovente e fondamentale. Il trionfalismo e la disperazione non sono i benvenuti.
Yoani Sánchez
Traduzione di Gordiano Lupi
Note dal Twitter di Yoani:
La presentazione del libro di Ernesto Santana si è svolta con successo in casa di Yoani: «È stata una notte memorabile, perché c’erano più di 40 persone alla presentazione de El carneval y los muertos che si è svolta in casa mia. Cercano di stigmatizzarci, isolarci e renderci radioattivi, ma nonostante tutto la mia casa è affollata di persone che non temono di avvicinarsi. La cultura non è monopolio di pochi e questa presentazione ne è la prova».
Yoani parla di Guillermo Fariñas che è venuto all’Avana, è passato da lei per salutarla, le ha dedicato il suo libro Radiografia de los miedos, come si può vedere su http://twitpic.com/3clamr. Guillermo Fariñas ha ottenuto passaporto e visto: http://twitpic.com/3cl90v. Adesso manca il permesso di uscita da parte del governo cubano - passaggio più difficile di tutta l’operazione - per poter andare a ritirare il Premio Sacharov.
Yoani dedica alcuni messaggi per raccontare la chiacchierata telefonica che ha fatto con me all’Università di Pisa: «In questo momento sto parlando telefonicamente con gli studenti dell’Università di Pisa, mi traduce Gordiano Lupi. Mi chiedono se ci sono giovani riformisti a Cuba, vogliono sapere chi è il nostro Gorbaciov. Rispondo che non lo so ma spero che in questo momento ci siano molti giovani che si stanno togliendo la maschera da fondamentalisti per favorire un vero cambiamento».
Yoani raccomanda ai lettori una finestra aperta sula realtà cubana: www.vocescubanas.com, un inno alla diversità.