Continua in questi giorni la saga dei fondi del cinque per mille, quella piccola parte delle proprie tasse sul reddito che, volontariamente, alcuni contribuenti hanno destinato ad associazioni o istituzioni di loro gradimento e la cui ripartizione è diventata una chimera: fondi tagliati e promesse di ripescarli da qualche parte, fanno a gara nelle dichiarazioni e nelle speranze di chi elargisce e di chi beneficia di questa forma di finanziamento pubblico. In teoria, una volta fatta la ripartizione, lo Stato dovrebbe distribuire il dovuto... ma si sa, lo Stato fa quel che vuole e resta impunito, e tutti i “creditori” son lì a letteralmente sbavare e a far di tutto per quella che ormai è diventata una carità di Stato.
Ma proprio in questi giorni c'è un'altra elargizione di Stato (questa volta non in forma volontaria, ma obbligatoria per tutti i contribuenti), l'8 per mille, che invece marcia a pieno ritmo senza crisi di liquidità o altro. Stiamo parlando non dell'8 per mille che va alle confessioni religiose (più del 90% alla Chiesa vaticana), ma della parte destinata allo Stato, che a suo tempo fu messo accanto alle confessioni religiose per finanziare iniziative che con la religione c'entrano poco... ma serviva per non dare troppa dimostrazione di aver istituito una nuova elargizione per Oltretevere. Si tratta di 144.489.190 euro, ora all'esame delle commissione bilancio della Camera, da dividere in quattro aree di intervento: lotta alla fame nel mondo (5 milioni e rotti), accoglienza dei rifugiati (11 milioni e rotti), prevenzione delle calamità naturali (20 milioni e rotti) e conservazione dei beni culturali (10 milioni e rotti). Un totale di 337 progetti, la cui metà è stata presentata da parrocchie o istituzioni cattoliche... che quindi, oltre all'abbondante 90% di tutto l'8 per mille, usufruiscono delle metà (circa 73 milioni) di quanto è destinato allo Stato... Ingordi? Probabile, ma il fatto più eclatante è che c'è chi glielo consente.
Non solo, ma abbiamo la certezza che, quando i soldi verranno poi distribuiti, non succederà come per il 5 per mille. Certezza che nasce dalla meticolosa puntualità che l'erogazione di questi fondi ha sempre avuto e che noi documentiamo da tempo.*
La differenza del comportamento dello Stato nasce, a nostro avviso, da fatto che la pletora dei questuanti del 5 per mille non è confessionale (anche Comuni, oltre ad associazioni di tutti i tipi incluse quelle dei consumatori...) e quindi può aspettare... ammesso che i soldi poi li avranno, ma per la Chiesa vaticana non si sgarra di una virgola. Chissà perché...
In conclusione. La nostra associazione è convintamente fuori da tutti i contributi di Stato, incluso il 5 per mille. Quanto accade, con le conferme di non-democrazia economica che abbiamo rilevato, ci convince ancor di più che per combattere disservizi e malaffare di Stato e dei privati, è bene esser fuori da tutto ed essere finanziati solo dalla propria attività e dai contributi dei cittadini.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
* Qui i settori web del sito Aduc con la disanima della questione 8 per mille e tutti i numeri del caso:
- http://avvertenze.aduc.it/info/dossieropm.php
- http://avvertenze.aduc.it/info/indiceopm.php