Le notizie che provengono da Cuba sono confortanti in tema di lavoro privato, perché si parla di oltre 81.000 cubani che hanno presentato domanda per ottenere una licenza da cuentapropista, come viene definito il lavoro privato in una società che fino a ieri era completamente statalizzata. Tra le richieste più gettonate troviamo le licenze per aprire piccole attività economiche e per affittare abitazioni.
Il Granma scrive che sono 81.498 i cubani che hanno presentato domanda per esercitare un lavoro por cuenta propia (privato), secondo i rilevamenti fatti il 19 novembre, a meno di un mese dalle disposizioni legali per ampliare e rendere flessibili alcune attività.
Secondo il quotidiano del Partito Comunista - non del tutto attendibile perché a Cuba non esiste una libera stampa e non è consentito un confronto con l’opposizione - sono stati già concessi 29.038 permessi. I dati del Ministero del Lavoro dicono che le licenze più richieste riguardano il trasporto privato, l’affitto di camere, il settore della produzione e del commercio dei generi alimentari.
Il governo di Raúl Castro a ottobre ha autorizzato l’apertura di piccole attività economiche relative a 178 settori produttivi, permettendo al tempo stesso ai cubani di affittare camere e abitazioni nel settore turistico. Il tentativo è quello di risolvere la crisi economica in atto e di far assorbire dal lavoro privato mezzo milione di persone - il 10 per cento della forza lavoro - che perderanno l’impiego statale in seguito a un processo di avvicendamenti programmati per esuberi. Per la prima volta in cinquant’anni di Rivoluzione è stato permessa la contrattazione della forza lavoro nel minuscolo settore privato di Cuba che vede un’economia controllata per il 95 per cento dallo Stato.
Gordiano Lupi