Nel libro Luce del mondo, il Papa afferma che l'omosessualità non sarebbe «moralmente giusta», giacché «rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto». Credo che se il Papa avesse presente l'immane sofferenza che i pregiudizi sull'omosessualità hanno generato, se avesse contezza di quanti giovani, alle volte ragazzi, quei pregiudizi hanno spinto al suicidio, forse sarebbe più cauto nel fare certe dichiarazioni. La luce della Chiesa alle volte è solo ombra tetra.
Ma veniamo alla sua affermazione. Se è vero che l'omosessualità non è moralmente giusta, poiché «contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto», dovrebbe essere altrettanto vero che anche l'eunuchismo non è moralmente giusto. Gesù però non sembra considerasse immorale ciò che sarebbe «contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto». Leggiamo il Vangelo: «Vi sono infatti eunuchi che nacquero così dal seno della madre, e vi sono eunuchi che furono resi tali dagli uomini, e vi sono eunuchi che si resero tali da sé per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda» (Mt 19,12). È evidente che Gesù non esprime nessun giudizio negativo sugli eunuchi, anzi, esprime giudizio positivo su coloro che si rendono eunuchi (che rinunciano a sposarsi) in vista del regno dei cieli. Deduzione logica: se l'eunuchismo è moralmente giusto, anche l'omosessualità è moralmente giusta. Se invece ha ragione il Papa, ed aveva torto Gesù, significa che, essendo moralmente non giusta l'omosessualità, lo sarà anche la rinuncia all'esercizio della sessualità.
Renato Pierri