Il dissidente cubano Guillermo Fariñas, premio Sacharov 2010, e la blogger Yoani Sánchez, vincitrice del Premio CEPOS, assegnato in Danimarca, hanno detto alla stampa che sono ancora in attesa di ricevere i permessi di uscita dal Paese per assistere in Europa alle rispettive cerimonie di premiazione.
Lo psicologo e giornalista indipendente Guillermo Fariñas si è detto «pessimista» sulle possibilità di essere autorizzato a ritirare il premio il prossimo 15 dicembre a Strasburgo, in Francia, presso la sede del Parlamento Europeo. Il Premio Sacharov è stato assegnato a Fariñas lo scorso ottobre, per la sua attività in difesa dei diritti umani a Cuba. Si tratta del terzo cubano che riceve il premio in meno di dieci anni.
Fariñas ha richiesto il passaporto il 3 novembre - ma serve almeno un mese per la decisione -, se il dissidente otterrà il passaporto potrà richiedere il visto francese e recarsi all'estero. Secondo il giornalista indipendente, il governo cubano conosce la sua posizione contraria all'eliminazione della “posizione comune” dell'Unione Europea, inoltre sa che se esce dall'isola potrebbe recarsi alla presentazione del suo libro in Spagna il prossimo gennaio. Per questi motivi ritiene che il governo non concederà il permesso, anche perché si è reso protagonista di ben 23 scioperi della fame, l'ultimo dei quali per chiedere la liberazione di alcuni prigionieri politici. Secondo Fariñas, l'eventuale rifiuto al suo viaggio rientrerebbe nel consueto comportamento del regime volto a boicottare le premiazioni di uomini appartenenti alla dissidenza.
Yoani Sánchez, autrice del blog Generación Y dal 2007, ha detto che spera ancora di ottenere la “carta bianca”, nomignolo popolare con cui è conosciuto a Cuba il documento che autorizza l'uscita dal paese. Ha detto che le autorità del Dipartimento Immigrazione e Stranieri non le hanno ancora risposto, ma lei insisterà nel chiedere «una spiegazione dei motivi» per cui non le hanno concesso «in otto occasioni - e questa sarebbe la nona - il permesso di uscita». Yoani conclude: «Mi appellerò agli organismi internazionali perché non è giusto che un cittadino incensurato e senza carichi legali pendenti non possa uscire dal suo paese».
Gordiano Lupi