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Pannella e Rossodivita. La RAI non sarà mica pubblico servizio! 
Pronta la TV di Regime per le prossime campagne elettorali
23 Novembre 2010
 

Rai, Berlusconi, Masi e Minzolini indagati, ma la procura di Roma, senza alcuna indagine, chiede l’archiviazione sia sulla vicenda Ruffini, sia sulla gestione della comunicazione politica nel corso dell’ultima campagna elettorale

 

 

La Procura di Roma, con riguardo alla Rai, davvero non si smentisce mai. A fronte di una messe di fatti, narrati in denunce e memorie, il Pm Di Salvo, con la controfirma del Procuratore Capo Giovanni Ferrara, ha richiesto l’archiviazione del procedimento a carico di Masi, Minzolini e Berlusconi per le vicende relative alla sostituzione del Direttore di Rai Tre Ruffini e per la gestione della comunicazione politica nel corso dell’ultima campagna elettorale.

Il cosiddetto “sistema Mastella”, cioè la lottizzazione di un ente finalizzata al controllo del potere, sul presupposto che abbia rilevanza penale, viene ora contestato solo a Napoli e solo a Mastella, non a Roma e non a Berlusconi & Company.

Nella richiesta di archiviazione (contro la quale verrà depositata opposizione e verranno adottate altre iniziative di carattere legale) il suddetto PM scrive, incredibilmente, che i vertici della RAI, essendo questa società una Spa, non possono essere più considerati, quanto al profilo strutturale, incaricati di pubblico servizio. Le pressioni finalizzate a condizionare le scelte del Cda sulle nomine di Direttori e Vicedirettori, non riguardando un ente sottoposto allo statuto giuridico della pubblica amministrazione, sarebbero dunque penalmente irrilevanti.

Quanto alla presenza di Berlusconi sugli schermi della concessionaria pubblica nel corso dell’ultima campagna elettorale, con tempi e spazi strabordanti rispetto agli altri contendenti e in trasmissioni in cui ne era vietata la presenza (ad esempio, “Uno Mattina” in cui il Premier fece propaganda ininterrottamente per 12 minuti in una fascia di ascolto particolarmente significativa) la Procura di Roma, scrive «non è dato scorgere intento alcuno di procurare a chicchessia ingiusto vantaggio patrimoniale o danno ingiusto».

Questa opinione della Procura, supportata da un davvero eccezionale sforzo investigativo concretizzatosi nella totale assenza di indagini - in ossequio al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale - si caratterizza per essere di una straordinaria singolarità rispetto al notorio comune sentire, persino dei giornalisti della RAI.

Se queste sono le Toghe Rosse, Berlusconi, Masi e Minzolini possono dormire sonni tranquilli e possono impunemente continuare a fare della concessionaria del servizio pubblico la propria Tv di Regime per le prossime quindici campagne elettorali.

 

Marco Pannella

Avv. Giuseppe Rossodivita, Segretario
del
Comitato Radicale per la Giustizia “Piero Calamandrei” e difensore di Marco Pannella

 

Fonte: Radicali.it


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