Papa Ratzinger, il 23 marzo del 2009, dichiarò: «L'epidemia di AIDS non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi».
Oggi, siccome è uomo che riflette e che ragiona, nel libro di cui l'Osservatore Romano ha anticipato alcuni passaggi, afferma: «In alcuni casi l'uso del preservativo può essere giustificato... Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv». Un bel progresso. Ma in fondo, l'uso dei contraccettivi non toglie potere agli uomini della Chiesa, e qualche progresso a riguardo si può fare. Nessun cambiamento invece è possibile riguardo al sacerdozio femminile. Questo toglierebbe potere agli uomini della Chiesa, e potrebbe mutarla profondamente. E a riguardo, il Papa, come i suoi predecessori, è irremovibile, e nel libro dichiara candidamente: «La chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale. Non si tratta di non volere ma di non potere». E perché non può? Perché «Gesù Cristo non ha chiamato alcuna donna a far parte dei dodici. Se egli ha fatto così, non è stato per conformarsi alle usanze del suo tempo, poiché l'atteggiamento, da lui assunto nei confronti delle donne, contrasta singolarmente con quello del suo ambiente e segna una rottura voluta e coraggiosa» (Inter Insigniores).
Un bel modo di argomentare. All'affermazione che Gesù non chiamò donne a far parte dei dodici, si pone l'obiezione della conformazione alle usanze del tempo, come se fosse l'unica possibile; si confuta facilmente l'obiezione stessa, e si trae la conclusione che il Signore così ha stabilito. Ma molti uomini della Chiesa che ragionano e riflettono, sanno perfettamente che l'obiezione vera, seria, inconfutabile, è un'altra. È ovvio che non fu il timore di infrangere le regole dell'epoca, a determinare la decisione del Signore, bensì la consapevolezza che chiamare delle donne a far parte degli apostoli, «pecore in mezzo ai lupi» (Mt 10,16), in quel periodo ed in quella società, sarebbe stato non solo perfettamente inutile, ma anche di serio ostacolo all'evangelizzazione del mondo. Al tempo di Gesù, legalmente, la donna era considerata minorenne, e quindi irresponsabile.
La Chiesa non si chiede per quale motivo decisioni riguardanti le donne, debbano essere prese da soli uomini. C'è da sperare in un progresso, tra qualche secolo, magari da parte di un altro papa che ragiona e che riflette?
Renato Pierri