Il provvedimento sull'ultimo anno di pena agli arresti domiciliari approvato ieri dal Senato, così spolpato dalla Camera come è arrivato in Senato, purtroppo non servirà a tamponare di certo la drammatica condizione di sovraffollamento dei nostri istituti di pena, ed è proprio per queste ragioni che con il collega Perduca non abbiamo votato il disegno di legge. Nonostante ciò, va dato atto al Governo di aver accolto due ordini del giorno che abbiamo presentato sollecitati e predisposti dall'Associazione Il Detenuto Ignoto, che a nostro avviso non sono certo secondari.
Uno riguarda la possibilità di introdurre nel nostro codice penale una nuova pena, quale l'affidamento ai servizi sociali da comminare direttamente dal magistrato giudicante, per i reati con pena inferiore ai tre anni. In questo modo si permetterebbe un alleggerimento del lavoro dei Magistrati di Sorveglianza e si eviterebbe di continuare ad appesantire il sovraffollamento degli istituti con la presenza temporanea per pochi mesi, a volte giorni, di detenuti che sarebbero destinati ad altre modalità di esecuzione della pena.
L'altro riguarda l'impegno del Governo all’acquisizione e messa a disposizione del Parlamento dei dati relativi a ciascuna amministrazione penitenziaria. I bilanci delle amministrazioni penitenziarie, le informazioni sulla struttura (anno di costruzione, successivi interventi edilizi, numero di bracci, numero e volumetria delle celle per ogni braccio, posti letto per cella, disposizione delle celle e degli impianti sanitari), le informazioni relative agli interventi di edilizia penitenziaria, la trasparenza negli appalti (compensi, amministratori, estremi dei contratti d’appalto, consulenze), il numero dei detenuti e la loro composizione espressa per tipologia di reato per cui sono stati condannati, per fasce d'età, per stato di salute, etc., il numero degli operatori e degli agenti, del personale amministrativo, informazioni e curricula dei quadri dirigenti, per dirne alcuni.
Tutti questi dati, messi a disposizione liberamente su internet, saranno utilizzati per creare una vera e propria anagrafe digitale degli istituti di pena, per permettere al cittadino, finora tenuto all'oscuro, la necessaria trasparenza su come viene utilizzato nei dettagli il fiume di denaro pubblico che ogni anno viene speso nell'amministrazione penitenziaria, e di come funziona tale gestione.
Donatella Poretti
Qui gli ordini del giorno