Che fine ha fatto l’avvocato Taormina? Taormina, quello del delitto di Cogne, che finì per litigare anche con assistita e parenti, dopo aver annunciato per mesi, la soluzione del giallo, conoscendo il nome dell’assassino…
Ha avuto un’idea originale, se non geniale: ha fondato un nuovo partito. La genialità sta nel nome: Lega Italia. Perché Lega Italia? Perché dopo la Lega Nord, la Lega Sud e la folcloristica Lega del Centrione, ha detto che mancava una Lega Italia, per tutti gli italiani. La poco nota Lega del Centrione, fu goliardicamente e provocatoriamente inventata dal sottoscritto, nel 1996 in Umbria, regione che da papalina tutta bianca, vide partire le camicie nere per Roma diventando entusiasticamente tutta nera, per poi colorarsi entusiasticamente tutta di rosso nel dopoguerra. Con la Lega Italia, si torna all’antico. Cos’era il simbolo del Fascio? Esattamente una Lega Italia.
Anche Fini ha avuto la sua idea originale: finalmente! Anche lui ha di nuovo un suo partito.
Chi ricorda perché nacquero partiti come il PSIUP, PDUP, Fiamma tricolore, Destra nazionale, PRI (l’ho votato tante volte), l’Elefantino, la Quercia, l’Ulivo, la Margherita, l’Uomo qualunque, il lib-Lab (unione tra repubblicani e liberali)? Chi ricorda le ragioni della scissione tra PSI e PSDI? Che fine fece il PSU? E perché Capezzone, segretario dei radicali ai tempi del centrosinistra prodiano entrò in collisione di rotta col suo partito, perché voleva aderire al “tavolo dei volenterosi”, o addirittura lo propose? Eppure i volonterosi volevano cercare di evitare liti iniziali, risse future e caduta di Prodi concordando, anche con l’opposizione, un programma ridotto a punti essenziali, quindi meno ambizioso del famoso programma di 281 pagine? L’errore di allora è stato ricommesso da Berlusconi all’inizio di questa legislatura- E ora siamo alle solite. Accordo di 15 giorni fa sui famosi 5 punti. Ma l’ora solenne del destino era già fissata. Ecco che al “Che fai, mi cacci?”, scritto su centinaia di magliette, Berlusconi potrebbe mettere in circolazione milioni di magliette con la scritta “Che fai, mi rottami?” (per i modelli, vedi foto in allegato). Che si fa, si fermano con la crisi, anche i miseri aiuti economici ai precari? Meno male che c’è il fine pensar di Fini e delle sue teste d’uovo di Fare Futuro o Futuro e Libertà (questa parola è diventato il prezzemolo dei nuovi nomi). Lui ne sta dando un esempio chiarissimo per far intendere anche ai più duri in cosa consiste il suo Futuro ideale. Dalle grosse scissioni dalle motivazioni allora chiare (accontentiamoci del comunismo a casa nostra, oppure no! se il comunismo non è su scala mondiale allora il marciume del capitalismo manda in malora anche i comunismi locali) Fini, stufo di votare leggi ad personam, ha dato un esempio lampante, nella sua elementare rozzezza, della più chiara scissione ad personam. Con maldestri e comici fini distinguo del politicar finiano e dei neocolonnelli finiani: facciamo un nuovo partito di destra (chi, non ne sente la mancanza e l’urgenza?) la cui unica connotazione chiara a tutti è questa: rottamato Berlusconi, sarà Fini capo indiscusso, fino a nuovo cambio di etichetta. E, già gli è scappata, “chi sgarra,: fuori dal partito”. Questo, tanto per dimostrare che di Berlusconi condivide almeno il metodo con cui dice d’essere stato fatto fuori.
Di Fini non m’è mai piaciuto nulla. L’ho definito, sin dall’inizio, il Mike Buongiorno della politica. Con tutto il rispetto per Mike, che però, non può essere un caso, ebbe “l’onore” d’un trattato addirittura di Umberto Eco. Ecco, non capisco perché Eco non ne abbia dedicato uno anche al Re dell’ovvio in politica, al Principe delle banalità e delle cose che più scontate non si può. Il Re dell’ovvio non poteva non avere la più scontata delle ambizioni: essere il Capo. E per fare il Capo s’è specializzato nello sfasciare tutti i partiti a cui ha aderito o che ha fondato. Un vero fantasista dei più beceri e abusati modi della prima repubblica. Divenne fascista per ripicca verso quei ragazzotti che non volevano farlo entrare nella sala dove proiettavano i Berretti verdi (quale motivazione altamente filosofica!). Con Almirante gli andò bene per via anagrafica, altrimenti avrebbe cercato d’accopparlo politicamente o avrebbe fondato un altro partito “di destra, ma diverso da quello di Almirante, solo par il fatto di non aver Almirante come capo carismatico”. Ma il MSI, con le sue radici ideologiche, non poteva permettere il decollo che Fini aspirava ad avere. Lo sdoganamento di Berlusconi gli aprì prospettive insperate. Ma doveva percorrere ancora molta strada, per farsi un’immagine credibile e accettabile. Dopo aver definito Mussolini il più grande statista del secolo scorso, dovette bollarlo come il Male Assoluto. Con le chiacchiere trionfali di Fiuggi e la nascita di Alleanza Nazionale, seppellì per sempre il Movimento Sociale Italiano. Preso dall’euforia e soggiogato dall’evidentissima superiorità di Berlusconi (nel bene e nel male: meno piatto, più dinamico, più accattivante, più fantasista, più innovatore e scompaginatore) abboccò malvolentieri, ma fece fagocitare AN dal PDL. Di fatto, quindi, sfasciò per la seconda volta un suo partito. Spinto evidentemente dalla sua ambizione e da quella dei vari e frustratissimi aspiranti neocolonnelli, se ne pentì subito, ma stette a vedere come si mettevano le cose. Scappato Casini pensò d’essere lui il Delfino. Non avendo né promesse, né segnali positivi a tal proposito, anzi, sentendo avanzare nomi nuovi (Formigoni, Alfano, Tremonti, Brambilla, qualche nuova gnocca, ecc.) trasse le conseguenze e cominciò a parlare solo per mostrare il suo disaccordo con Berlusconi. A tal punto che il 1° marzo scorso, l’eccellente Giannelli firmò una delle sue vignette perfette: Fini si chiedeva “Come posso contraddirlo, quando sta zitto?”. E quindi ora, in attesa di sfasciare il Futuro e la Libertà, cerca di sfasciare il PdL. Pur di realizzare la sua vendetta personale contro Berlusconi, s’è ficcato e cercherà di ficcare chi lo voterà, in un vicolo cieco. A sinistra non può andare e starà inizialmente al centro, in attesa d’iniziare la vecchia politica dei due forni. Politica possibile per l’Api di Rutelli e l’UDC, ma che dovrebbe e potrebbe essere preclusa per tutti gli ex-fascisti che ha al seguito. Cosa potrà fare allora? Un accordo con Berlusconi o con chi starà al suo posto. Guadagno: finanziamenti pubblici al suo partito e qualche fedelissimo in più che starà seduto. Perché il filo conduttore di quasi tutte le guerre politiche attuali è semplicemente questo: “Alzati tu, che mi ci siedo io”.
Trovavo insopportabile Berlusconi quando, all’opposizione, parlava tutti i giorni di “spallata”.
Trovo insopportabile che chi perde le elezioni non sia capace di rassegnarsi ad aspettare la fine della legislatura.
Nota “storica” sulla Lega Italia e sulla miriade di partitini locali
La nascita della Lega Italia, fu prevista nel 1996 nel “Rock del burino padano” eseguito per la prima volta al Contrappunto Jazz Club di Perugia e successivamente fatto ascoltare a Bossi dietro autorizzazione degli incuti “esperti” del senatur. Trasmesso dall’emittente TEF, a grande richiesta dei telespettatori, fino a minaccia di denuncia pervenuta dall’Ufficio legale della Lega Nord.
Riportato di seguito i versi finali con le relative note di commento.
Mi sento a casa in meridione
anche se sono nato in settentrione 57
100 E ovunque voglio andare, senza beghe,
senza i problemi nati dalle leghe!! 58
57. Dopo un continuo alternarsi di versi umoristici, di situazioni comiche dalle quali però si captava un fondo di serietà e di preoccupazione, ecco, all'improvviso, una quartina completamente ed inaspettatamente seria, anche nella forma. Versi che esprimono un desiderio espresso dalla quasi totalità degli italiani. Quando furono istituite le Regioni, si fece un importante passo certamente in direzione di una visione decentrata del potere. Non fu un intervento facile e fu avversato da qualche partito. Ma non si instaurò un clima di guerra civile. La gente comune non capisce perché non si possa lavorare tranquillamente ancora in quella direzione. Con l'intreccio di parentele e di continui trasferimenti di persone da una zona all'altra dell'Italia, ci si sente a casa propria in qualunque zona d'Italia. Anzi, probabilmente, i nostri figli si sentiranno più o meno a casa loro in qualunque parte d'Europa, anche se, ovviamente, sentiranno il richiamo delle proprie tradizioni, che sono una ricchezza di inestimabile valore e quindi da non perdere. Da notare che l'autore ha preferito far esprimere a un settentrionale, la sensazione di sentirsi a casa propria anche in meridione. L'inverso avrebbe irritato maggiormente il Buxus.
58. Ci si riferisce, ovviamente, alle beghe ed ai problemi di basso profilo razzista, campanilista. Alle idee primitive di possesso, che portano a una difesa del proprio territorio di tipo animalesco. Non si vogliono beghe di questo tipo, perché la Storia che, per chi la conosce, è Maestra di Vita, insegna ancora, con le città medioevali e le loro cinture murate, com'era facile girar per l'Italia dei Comuni. Non vogliamo queste beghe, perché sappiamo come si comincia e sappiamo anche come si finisce. Altro che Padania Indipendente!
La quartina, anche se di stampo retorico, è ben congegnata nella sua immediatezza e semplicità e soprattutto dà il la, con l'indovinato rivestimento musicale, a un crescendo, in cui la parte più urlata continua a presentare qua e là, sfumature malinconiche quasi impercettibili, data la ritmica, sempre più incalzante.
Lega del Nord, Lega Nord-Est
Lega del Sud, Lega Sud-Est
Lega del Centro e Centro-Nord,
105 Lega Insulare e Centro-Sud
Lega per tutti e SuperLega 59
fa prima il fascio e poi lo sfascio, 60
Lega che lega e che poi slega...61
Lega che incolla, Lega....che sega!62
59. L'elenco fornito non vuole nominare in particolare alcuna delle Leghe esistenti. Vuole dare subito un esempio delle “beghe nate dalle Leghe”, con la loro inevitabile moltiplicazione, se si dovesse andare verso la frantumazione. Dopo la polverizzazione in una miriade di microleghe, si avrebbe inevitabilmente la Lega delle Leghe, per un minimo di coordinamento, così come l'immagine stessa del Fascio, voleva significare una superunione delle varie componenti. Quindi: Lega per tutti e SuperLega, sarebbero il Fascio delle Leghe.
60. Altra incontrovertibile verità storico-fisica. Poiché la Storia è Dinamica, dopo il fascio, non può aversi il fascio per l'eternità. Vi sono fondati sospetti che l'Uomo, pur di cambiare, butterebbe a mare anche il miglior sistema di convivenza civile. Perché l'Uomo è Ulisse. Quindi: il fascio è seguito, inevitabilmente, dallo sfascio.
Il grosso conflitto nato con la Liga veneta nel settembre del 1998 è l’inizio dello sfascio del fascio? “Lo scopriremo solo vivendo...” dice il poeta Mogol.
61. Per rimarcare il concetto, l'autore lo ripete con altre parole, giocando con le assonanze, ma ottenendo ugualmente un buon risultato nell'esprimere la dissoluzione della forza che inizialmente era unificatrice.
62. Ultima ripetizione dello stesso concetto: l'atto dell'incollaggio ed il suo contrario, quello del segare. Irriverente, sincero ed altamente liberatorio doppio senso finale.
Finale, drammatico, lento ed enfatico
110 Mio nonno ebbe a che fare con 'n altro padano, 63
che lo spedì in "un posto al sole" assai lontano 64
voleva il meridione grande a più non posso, 65
sicché tutti quanti, portò dentro a un fosso!!! 66
Paolo Diodati