È dal 2006 che raccolgo i profondi pensieri dell'uomo politico cattolico più intelligente d'Italia. Era il 22 marzo di quell'anno, quando, in una trasmissione di “Ottoemezzo” (La7), riguardo al grave problema della giustezza o meno di accelerare la morte certa ed inevitabile di un neonato affetto da malattia inguaribile ed in preda a dolori insopportabili, se ne uscì con la frase: “Finché c'è vita c'è speranza”. Il 19 dicembre dello stesso anno, nella trasmissione di Bruno Vespa, affermò candidamente che un medico aveva il dovere di tenere in vita Welby, così come ogni medico aveva il dovere di salvare un suicida che si getta dalla finestra. Il 9 novembre 2009, riguardo al povero Stefano Cucchi: “È morto perché anoressico, drogato e sieropositivo”. Il 26 febbraio 2010, riguardo ad una trasmissione di “Annozero”: “Una Tv di Stato ha fatto la propaganda della droga. Sembrava una specie di fumeria d'oppio”. Il 20 settembre 2010 ha affermato che nei Paesi dove sono consentite le adozioni gay “è esplosa la compravendita di bambini e bambine”.
Ed ecco l'ultima, la riflessione forse più profonda e intelligente di tutte: “Scienza e biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore, con una identità certa paterna e materna”. Una persona non intelligente, ignorante, potrebbe ritenere che importante per un bambino sia nascere all'interno di una comunità d'amore, ed invece Giovanardi precisa: con una identità certa paterna e materna.
Cavolo! Che mente, che cervello, che vasta cultura, quale visione del mondo ha quest'uomo. A vederlo non sembra.
Miriam Della Croce