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Alberto Figliolia. Love Machine dei Kataklò
07 Novembre 2010
 

Carnali ombre su cangianti fondali di luce. Succedersi di albe e tramonti. Fluttuazioni nel buio spezzando la poetica rovina delle tenebre, i piani inclinati dell'esistere. Pose ieratiche. Acrobazie estatiche. Mondi lontani, nel passato o nel futuro. Incantevole sprofondo nell'ethos e nell'etnos senza tempo. Dall'impersonale al ferino, dalla metastoria all'estetica delle civiltà dal sentimento tribale alla tecnologia, dagli dei atarassici alla divinità che alberga, segreta, nell'essere umano.

Sono sono alcune delle sensazioni/ emozioni/ riflessioni suscitate dall'ultimo straordinario spettacolo dei Kataklò in scena sino al 14 novembre (ore 21, domenica ore 16, lunedì riposo) al Teatro “Ciak Webank.it-Fabbrica del Vapore” (via Procaccini 4, Milano).

Invero Love Machines, tale il titolo, sarebbe un omaggio al genio di Leonardo da Vinci, “artista della ricerca e ricercatore dell'arte”, ma le suggestioni che se ne ricavano vanno ben oltre. Splendide le coreografie di Giulia Staccioli, direttrice e fondatrice dell'ensemble, e molto coinvolgenti le musiche originali di Italo Dorigatti, alias Sabba D.J., nelle quali confluiscono i più disparati elementi, echi sonori “elektro-ambient”, fusion di digitale, etnico, classico e contemporaneo, che felicemente si accompagnano alle sapienti evoluzioni dei danzatori? artisti? atleti? (tutto questo insieme) che compongono la celebre compagnia (tutta italiana).

La serata di giovedì 4 novembre ha segnato il debutto nazionale dopo la prima assoluta mondiale dello scorso agosto all'Assembly Hall di Edimburgo, nell'ambito del “Fringe Festival”. Un esordio bagnato subito da gran successo critico e di pubblico. Da Milano lo spettacolo si sposterà poi altrove.

«Nell’elaborazione delle coreografie e della drammaturgia Giulia Staccioli, coadiuvata dalla preziosa collaborazione di Jessica Gandini, si è ispirata agli studi di Leonardo da Vinci sul corpo umano e sulle macchine, realizzando un viaggio allegorico ed affascinante alla ricerca della bellezza e dell’anima che li unisce». Come detto e a maggior merito, l'arcobaleno delle emozioni ed evocazioni è molto più ampio suggerendo nuove immedesimazioni, link e re(l)azioni analogiche.

«In un mondo sconosciuto e misterioso due esploratori, curiosi ma goffi ed impacciati, indagano lo spazio circostante e incontrano sul loro cammino delle macchine dall’animo vivo, esseri abitati da altri esseri. Corpi-macchina che prendono e danno vita l’uno agli altri, che popolano un mondo dove non ci sono regole certe; dove manca il concetto di dritto e rovescio. Un mondo di traverso in cui le cose vanno dritte, immerso in una dimensione atemporale, che ospita oggetti inconsueti, piani inclinati, ostacoli da sfidare». Allegoria plastica ed elastica, scoperta (dell'altro), conoscenza e riconoscenza, sfida alle... «normali leggi della gravità che indaga i limiti dell’uomo e quelli del mondo circostante, per abbatterli». L'uomo che inventa, le macchine quale suo prolungamento, definite dal loro “utile spirito”. L'arte in meravigliosa collusione con la scienza e la tecnica, per il bene del genere umano. Il vero umanesimo.

Otto sono i performer impegnati nella fantastica, celebrativa, magica e visionaria danza, fra movimenti di gruppo e assoli... «togliendo il peso dell’umano e trovando la levità dell’aria come nuova sostanza. Ed alla leggerezza dei corpi si accosta poi quella del racconto, arricchendo la drammaturgia di momenti ironici, comici e paradossali. Perché nessuno, neppure i performer, prendano troppo sul serio tanto le leggi fisiche quanto la propria arte. I virtuosismi delle sculture cinetiche create dai corpi in movimento, flessibili fino all’estremo, piegati in ogni direzione, si coniugano con la bellezza, l’armonia delle forme sceniche, con la grazia e l’eleganza delle loro perfette geometrie. Love Machines chiede ai suoi interpreti di assumere forme nuove e chiede al suo pubblico di lasciarsi trasportare in questa fascinazione, ingannando la percezione, sorprendendola, potenziandola. Catturano il momento in cui la realtà e la finzione si fondono». Il nome degli eccellenti danzatori: Maria Agatiello, Elisa Bazzocchi, Paolo Benedetti, Eleonora Di Vita, Leonardo Fumarola, Serena Rampon, Marco Ticli e Marco Zanotti.

Teatro fisico-visuale, che scuote in positivo chi vi assiste, come un'avventura partecipe. Un neolinguaggio. La più bella e riuscita delle contaminazioni. L'alfabeto del sogno. Il sogno della mente per l'emozione del cuore.

 

Info: tel. 02.76110093

siti Internet www.teatrociak.it e www.officinesmeraldo.it.

 

Alberto Figliolia


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