L’ex prigioniero politico cubano Osvaldo Ricardo Díaz Sánchez, liberato in agosto 2009, è stato accolto martedì in Italia dopo aver chiesto asilo politico in diversi paesi europei. Díaz è giunto a Roma in compagnia della moglie Katia Darias Cintra e della sua figliastra Karina Moreno Darias. Sono stati ospitati in un centro di rifugiati gestito dalla Chiesa Cattolica.
Giornalista indipendente e vicepresidente del Frente Democrático Independiente, Díaz non faceva parte dei 52 prigionieri politici che Cuba ha promesso di liberare prima dell’8 novembre. Non era neppure tra le otto persone la cui liberazione è stata recentemente annunciata. Nel 2006 era stato condannato a cinque anni di prigione per “danneggiamenti” ed è stato liberato nel 2009.
«Negli ultimi mesi, Díaz aveva chiesto asilo politico a Francia, Svezia e Svizzera», ha detto Elizardo Sánchez, della Commissione Cubana per i Diritti Umani e per la Riconciliazione Nazionale. «La sua uscita da Cuba sembra merito della Chiesa Cattolica e del governo italiano», ha commentato Elizardo Sánchez, sorpreso dalla notizia che Díaz Sánchez è arrivato in Italia. «Il governo cubano sta concedendo permessi di uscita ad alcuni oppositori poco conosciuti», ha precisato Sánchez, «ma continua a negarli ai più famosi, come Oswaldo Payá, presidente del Movimento Cristiano di Liberazione e la blogger Yoani Sánchez».
Un’altra notizia importante è che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato per il diciannovesimo anno consecutivo una risoluzione che condanna l’embargo economico statunitense contro Cuba. La risoluzione è stata presentata dal Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez che ha prodotto un documento contenente una stima dei danni economici prodotti dall’embargo. La risoluzione ha ottenuto l’appoggio di 187 paesi su 192 che appartengono all’Assemblea.
L’ambasciatore statunitense Ronald D. Godard ha replicato: «Nonostante l’embargo gli Stati Uniti sono il quinto partner economico più importante di Cuba e tra i due paesi esiste un intenso scambio commerciale. Obama ha modificato alcuni aspetti della politica commerciale verso Cuba, visto che ha tolto quasi tutte le restrizioni di viaggio e i limiti alle rimesse. Una nuova era di relazioni tra Stati Uniti e Cuba si realizzerà soltanto quando il paese caraibico garantirà il rispetto dei diritti umani e delle più elementari forme di libertà economiche ai suoi cittadini».
Per tutta risposta il cancelliere cubano ha detto che «le riforme strutturali in atto nel suo paese non sono volte a compiacere gli Stati Uniti ma a modernizzare il socialismo che per Cuba resta un sistema irrinunciabile». L’embargo nordamericano contro Cuba venne imposto da John F. Kennedy il 7 febbraio del 1962 e a distanza di quasi quarant’anni non accenna a finire.
Gordiano Lupi