La rivista Foreign Policy - nella sua versione in lingua spagnola - inserisce la blogger cubana Yoani Sánchez nell’elenco delle “donne dissidenti più combattive del mondo”, pubblicato nel numero di ottobre–novembre.
«Yoani Sánchez è diventata famosa per Generación Y, un blog che scrive per raccontare la vita quotidiana del popolo cubano sotto l’oppressione politica del governo», dice la pubblicazione. «Anche se la Sánchez ha sofferto persecuzioni e intimidazioni (…) continua a scrivere e a richiamare l’attenzione sulla situazione politica dei cubani sotto il regime castrista», aggiunge.
Insieme alla blogger compaiono nella lista di Foreign Policy la bielorussa Iryna Vidanava, fondatrice e direttrice di 34 Multimedia Magazine, «una pubblicazione che vuole incentivare la creatività, la diversità di opinioni e i valori democratici tra i giovani» del suo paese; la russa Lyudmila M. Alexeyeva, 82 anni, che «da oltre 40 protesta contro la repressione», e la pakistana Hina jiLani, in lotta per i diritti umani dagli anni Ottanta. Troviamo inoltre l’afgana Sima Samar, «sostenitrice instancabile dei diritti delle donne e della condizione femminile»; l’iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel della Pace, l’indonesiana Kamala Chandra-Kirana, che lotta contro la violenza di ogni genere e contro la corruzione governativa; la dissidente birmana Aung san suu Kyi, anche lei Premio Nobel della Pace, e la malese Zainah Anwar, che ha diretto varie ONG dedicate a promuovere i diritti delle donne nella società islamica. Yoani Sánchez si trova accanto a dissidenti prestigiose e insospettabili, con buona pace di certi personaggi vicini al castrismo che si arrampicano sugli specchi pur di cercare di screditarne il rilievo internazionale. Nel suo caso l’uso della menzogna tipico dei regimi dittatoriali non ha raggiunto lo scopo.
Gordiano Lupi