L’aspetto che più mi ha colpito dell’ultima esternazione del Sempre Peggio Quando Raglia (a proposito di SPQR) o, meno signorilmente, alla Gianfranco Miglio, Stronzissimo Peto Quel Rincoglionito, è che battute del genere riportano gli italiani a quando avevano circa 11 anni. Il giochino, nato probabilmente proprio a Roma con la raffinata e galante generalizzazione di un apprezzamento a tutto il gentil sesso (Sono Puttane Queste Romane), l’appresi come tutti i miei coetanei, al primo impatto col latino. Il giochino adolescenziale, una volta sentito, non entra nell’uso delle citazioni o dei proverbi, perché, evidentemente, cretino, vuoto e insulso. Forse il nostro, famoso anche per gli sfondoni nei suoi tentativi di citazioni latine, l’avrà sentito per la prima volta in questi giorni. Non si spiegherebbe altrimenti il perché di una uscita così infantile e volgare.
Che dire allora di più se non Sempre Peggio Quando Raglia, quel Somaro Pietoso Querelando Rottame?
Che fare di più, dopo avergli dato, nel 2008, l’Asino d’Oro alla carriera? Come onorare lo Scureggiante Palloso Quanti Rutti?
E pensare che, forse a causa del vistoso rallentamento causato dalla malattia, sembrava addirittura essere diventato il meno peggio tra il Ricco, il Lungo e il Bello! Aveva detto a tutti “Datevi una calmata!” Pensate, aveva pronunciato parole sagge. Anzi, sante!
Un collega mi dice “Lascia perdere, è tempo perso. E tu ne hai perso già troppo!”
Giusto. Allora tiro fuori degli inediti risalenti al 1994 – 1996. Una specie di Bosseide con un pezzo giudicato coinvolgente, dal titolo “Rock del burino padano”.
Manderò, a puntate, degli appunti scritti in occasione dell’inaugurazione della sede perugina della Lega del Nord. In quel occasione fui invitato alla conferenza stampa dell’Asino d’Oro in pectore. Declinai l’invito (ai dibattiti preferisco andare solo se si parla di scienza) ma trovai un giornalista, Mimì Mazzetti, che lesse le mie domande, con il sottofondo del Rock del burino padano. Incredibile successo di pubblico. La trasmissione fu rimandata in onda in continuazione nei giorni successivi, a gran richiesta. Fino a quando arrivò la minaccia di querela da parte del raffinato politico emergente, prevedibile futuro Asino d’Oro che faceva seguito alle sue rimostranze, quando s’accorse della plateale presa in giro delle domande del giornalista e del testo del rockkettaccio. Testo che aveva superato, contrariamente a ogni previsione, la barriera della censura della sua segreteria. Incomprensibilmente, perché forse il concetto più innocuo del testo era questo: “E nacque allor nell’isterismo, il grande capo del celodurismo, che a un sol problema ha dato soluzione: a quello della propria occupazione”. Ora ha risolto pure quello della Trota.
Forse non sarebbe il caso di ridere. Ma come non ridere per la reprimenda del Ricco che ricorda al Burino di parlare in modo più consono a un senatore della Repubblica, proprio mentre lui stesso riceve un cazziatone dalla Curia per la barzelletta sulla Bindi, ebrei con bestemmia finale? E come non trovare irresistibilmente comico l’affare fatto fare dal Lungo al cognato? Da un affare d’oro, quel appartamento, è diventato l’appartamento che scotta! A tal punto… da doverne negare la proprietà! Saranno indecenti questi comportamenti, ma… anche da film comico…
Paolo Diodati
1. (continua)