Più grande come uomo o come coach? Davvero un gran dubbio.
Bogdan Tanjevic, familiarmente Boscia, montenegrino – «Montenegrino: o un poeta o un assassino», ridendo amava dire – e cittadino italiano, giramondo, classe 1947, ha seminato ovunque sia andato: basket, poesia e umanità.
Celeberrimo non solo per l'enciclopedico sapere cestistico e la capacità di inventare e forgiare campioni, avendo il coraggio di lanciarli, responsabilizzarli e farli evoluire da protagonisti anche se giovanissimi (vedi il caso di Nandokan Gentile o di Dejan Bodiroga), ma anche per la sua sterminata cultura e aneddotica – famosissimo il «Quando culo mangia pigiama», per definire la paura o una situazione stringente, di tensione –, Boscia ha vinto tutto e per ogni dove: 3 campionati e 2 Coppe di Jugoslavia, 1 campionato francese, 2 campionati e 1 Coppa di Turchia, 1 campionato del Bel Paese (l'ultimo conquistato dalla pallacanestro Olimpia Milano) e 1 Coppa Italia, 1 campionato europeo con l'Italia (1999), lasciando a casa Gianmarco Pozzecco (ci volle coraggio... e alla fine vinse comunque), un argento continentale con la Jugoslavia e, per chiudere, recentissimo, l'argento mondiale con la Turchia battuta in finale solo dai giovani fenomeni NBA guidati dal terribile enfant prodige Kevin Durant. Non contiamo altre vittorie “minori”.
Boscia, o Boscia, lui che a Sarajevo ebbe casa e fama, che, con il gentile, classico ed elegante Mirza Delibasic a segnare e creare e il Bosna, vinse la Coppa dei Campioni 1979 (fu l'ultima delle dieci finali consecutive in Coppa dei Campioni della Valanga Gialloblù varesina), che ha aperto le porte della sua villa triestina a tanti, amici vittime della guerra fratricida in quello che un tempo fu un Paese.
Boscia il maestro, vincente anche quando ha perso. Perché ha saputo seminare basket, poesia e umanità.
Boscia dopo tanto girovagare e peregrinare è tornato in Italia per una nuova sfida: sarà il direttore tecnico della Virtus Roma, allenata da Matteo Boniciolli, che fu già suo vice nel capoluogo giuliano, con un roster ricco di tanto talento italiano.
Bogdan Tanjevic è stato operato i primi mesi di quest'anno di tumore al colon. Un male affrontato con forza e il sorriso sulle labbra. Terrificante, ma la lama della volontà di Boscia è temprata nell'acciaio puro, quasi mistico. Non è un caso che quest'estate era già sulla panchina turca e sul Bosforo ha strappato un entusiasmante argento iridato.
Più grande come uomo o come coach? La risposta è... incommensurabile!
Alberto Figliolia