La globalizzazione ha modificato le nozioni di guerra e di nemico, ha cambiato il modo in cui le vittime sono uccise e prodotte figurativamente e simbolicamente. In altri termini, il nostro rapporto sia attivo sia passivo con la violenza è molto cambiato, soprattutto nel suo rapporto con la politica. A questi mutamenti non corrisponde una capacita' di pensiero che porti a non accettare più la violenza come un destino ineluttabile per gli esseri umani. Mancano persino le parole per definire e concettualizzare la nonviolenza: solo Gandhi propose la parola satyagraha, che peraltro non appartiene a un contesto occidentale.
È necessaria una nuova immaginazione politica e filosofica per pensare la politica dal punto di vista della nonviolenza e non più da quello del conflitto o dell'ethos del guerriero.
Possiamo già contare sul lavoro di una pensatrice femminista, Judith Butler (foto), che ha tematizzato la violenza come il contesto entro il quale l'umano deve essere ri-pensato e re-immaginato, un contesto che non è più violento, ma in cui l'umano è definito dalla sua vulnerabilità, dalla possibilità di essere offeso.
Si può anche guardare agli esempi di attivismo nonviolento che hanno esercitato ed esercitano una funzione politica: il “potere dei senza potere” (Vaclav Havel). In particolare, credo che l'arte oggi offra esempi di “attivismo sociale” molto utili a intensificare la percezione del nostro corpo e di quello degli altri nell'ottica della vulnerabilità ed eserciti una funzione molto importante nell'insegnarci che cosa sia e quanto rilievo abbia il dolore dei corpi negli eventi bellici del passato e del presente, nelle pratiche di tortura, nell'abbandono di intere popolazioni alle catastrofi naturali.
Laura Boella
[Ringraziamo Laura Boella (per contatti: laura.boella@unimi.it) per questo intervento.
Laura Boella, docente di storia della filosofia morale all'Università di Milano, è tra le massime studiose di Gyorgy Lukacs, Agnes Heller, Ernst Bloch, Hannah Arendt; è impegnata nella ricostruzione del pensiero femminile nel Novecento; fa parte della redazione della rivista filosofica aut aut. Opere di Laura Boella: Il giovane Lukacs, De Donato, Bari 1977; Intellettuali e coscienza di classe, Feltrinelli, Milano 1977; Ernst Bloch. Trame della speranza, Jaca Book, Milano 1987; Dietro il paesaggio. Saggio su Simmel, Unicopli, Milano 1987; (a cura di), Letture e discussioni intorno a Levinas, Jankelevitch, Ricoeur, Unicopli, Milano 1988; Parole chiave della politica, Mantova 1995; Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente, Feltrinelli, Milano 1995; Morale in atto, Cuem, 1997; Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 1998; con Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Cortina, Milano 2000; Le imperdonabili. Etty Hillesum, Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Tre Lune, Mantova 2000; Grammatica del sentire. Compassione, simpatia, empatia, Cuem, Milano 2004; Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia, Cortina, Milano 2006; Neuroetica. La morale prima della morale, Cortina, Milano 2008]
(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 24 settembre 2010)