Raúl Castro licenzia i dipendenti statali, Yoani Sánchez chiede libertà sindacale e Carlos Alberto Montaner parla di una Cuba ormai desfidelizzata…
Il governo cubano - il maggior datore di lavoro del Paese - annuncia misure per licenziare oltre mezzo milione di impiegati statali. Yoani Sánchez rilancia: «I lavoratori disoccupati potranno uscire dal sindacato statale e fondarne uno nuovo? Potranno protestare? Saranno il primo germe di una ribellione?». Carlos Alberto Montaner sostiene che l’annuncio del prossimo licenziamento di oltre mezzo milione di impiegati pubblici da parte del governo di Raúl Castro costituisce «il primo passo verso la desfidelizzazionedel paese, senza attendere la morte del leader maximo». Montaner conosce bene la situazione cubana ed è un critico acuto del regime. A suo parere «il processo di demolizione del sistema è cominciato prima, con Fidel vivo e in pieno recupero, mentre contempla il cambiamento in corso».
Il problema non sono le riforme che tutti attendono, ma la finalità dei cambiamenti, che non sembrano volti a democratizzare la società cubana. «Raúl vuole soltanto che la società sia capace di produrre la ricchezza richiesta per sostenere in maniera autonoma la dittatura comunista», ha detto Montaner.
Il giornalista e scrittore cubano si è soffermato sull’alleanza Caracas e L’Avana per dire che «Hugo Chávez e Fidel delirano sulla stessa frequenza, ma Raúl non è in sintonia, lui è molto pragmatico».
Fidel Castro ha commesso un passo falso la settimana scorsa durante un’intervista al giornalista statunitense Jeffrey Goldberg, corrispondente di The Atlantic, quando ha detto che «il sistema cubano non va più bene neppure per noi», anche se poi ha asserito di essere stato frainteso.
«Se le parole di Fidel sono la Bibbia della rivoluzione ed è giunto il momento dei cambiamenti, è necessario sapere chi porterà avanti questi cambiamenti e di che natura saranno», ha scritto Montaner su El Nuevo Herald.
In ogni caso pare evidente che le misure intraprese dal governo di Raúl Castro dimostrano il fallimento del sistema economico cubano. Resta da vedere se Cuba sarà capace di assorbire un numero così elevato di disoccupati e se risulterà semplice convertire gli ex dipendenti statali in lavoratori privati. Di fatto il popolo si troverà in maggior difficoltà, privato del modesto sussidio di uno stipendio e dei molti vantaggi collaterali legati alla professione statale.
Gordiano Lupi
LA VIGNETTA
– Io ero calzolaio e la rivoluzione mi ha trasformato in ingegnere!
– Adesso, calzolaio un'altra volta!
– Il sistema di riciclaggio funziona!
– Viva la Rivoluzione!
(traduzione G. Lupi)