In una nota quasi carnascialesca (a Biasca siamo esperti di carnevale…), un autore anonimo, sensibile alle ragioni leghiste e del Mattinonline, ha speso buone energie per recarsi in una libreria, o forse addirittura in una biblioteca (lì puoi leggere e non paghi il libro) per controllare chi abbia finanziato la pubblicazione di un libretto dal titolo Lena e il poeta, un saggio sull’importanza della lingua e la cultura italiana in Svizzera (tema attuale?), frutto di un serie di interventi curati dal sottoscritto e dal giornalista Sergio Roic, dopo aver scoperto, per un portale italiano e in qualità di opinionisti, un’assemblea di giovani italici attivi all’estero: giovani economisti, ricercatori, imprenditori. L’incontro avvenne a Roma, al palazzo della FAO e fu un’occasione per riflettere davvero sull’italicità nel mondo, anche quella svizzera. Nel libro si trovano riferimenti proprio alla Svizzera, al carattere ticinese, al confronto – scontro a volte vivo e necessario, tra “svizzerità e italianità”. Il libro è stato pubblicato proprio a Roma, da un piccolo editore che ne ha stampate 1.000 copie. La Repubblica e cantone del Ticino ha sostenuto la stampa del libro con 900.- franchi perché non si tratta di un romanzo che ha un interesse di massa a livello di vendite. Si tratta di finanziamenti che sono pure erogati dal sussidio federale per il sostegno alla lingua e alla cultura italiana. Gli autori hanno lavorato gratuitamente, nessuno di noi ha ricevuto un centesimo. Ed è chiaro, le nostre idee possono essere condivise o meno, infatti sull’importanza della lingua italiana in Svizzera ci sono dibattiti che toccano anche Palazzo Federale. In ogni caso, questa è stata una bellissima esperienza comunicativa.
Per quanto riguarda l’opportunità, da parte dello Stato, di sostenere opere scritte da autori più o meno importanti, attivi nella Svizzera italiana, direi che una seria inchiesta giornalistica sarebbe quanto meno provocatoria. E se un coraggioso giornalista, lavorando attorno a questo tema, incorresse in critiche pericolose, magari rivolte ad autori molto più influenti e ritenuti meno “di sinistra” dei due menzionati tra le pagine “domenicose” del Mattinonline? E se queste inchieste toccassero i meandri della politica? Come dire, e parlo per me: sparare su Daniele Dell’Agnola è davvero un giochetto da bambini. Nella nota pubblicata sul Mattinonline si precisa che gli autori sono “amici degli amici”. Così ho scoperto di avere amici influenti. Ah sì? Ecco, se è vero, forse è il caso che mi svegli e che mi dia da fare! I leghisti solitamente sono eticamente molto più corretti, è vero.
Ironia a parte, per quanto riguarda le mie attività artistiche o di scrittura, mi ritengo piuttosto indipendente, infatti non capita spesso che un mio libro venga sostenuto (“lena e il poeta”, appunto)… e una sola volta ho avuto il piacere di vendere in libreria quasi duemila copie di un mio romanzo in pochi mesi, pubblicato senza sostegni statali, ma venduto per meriti editoriali, di promozione, di passaparola. Senza molti amici attorno.
Anzi… E, per usare i termini eleganti tipici della domenica: generalmente “me ne sbatto”. Continuerò dunque a scrivere libri, racconti, spettacoli teatrali sui problemi giovanili, sul problema dell’integrazione, sull’importanza della lingua e della cultura italiana in Svizzera. Ho un dubbio: ma l ‘ha letto, il libro? Uela, che onore!
Ci sono libri che non scalano le classifiche. Ci sono libri che le scalano ma nessuno lo sa. Ci sono libri che non le scalano ma qualcuno le fa scalare. Ci sono libri NON sostenuti ufficialmente, in realtà sostenuti dietro le quinte. Per vie diverse. Oh, che novità. Non prendiamoci in giro, per favore. Ho 34 anni e ormai questa finta lealtà “legomane” in difesa di una pseudo-giustizia, mi fa un po’ sorridere. Forse, se la gente fatica ad arrivare alla fine del mese, non è un problema legato ad un libretto dal titolo Lena e il poeta che ha ottenuto uno scarso riscontro librario!
(Comunque, caro articolista anonimo, nelle note bibliografiche si indica l’editore, non lo stampatore. Lei intendeva evidenziare che lo stampatore è italiano? Sicuro che tutti gli editori ticinesi stampino da stampatori SVIZZERI? Sì? No? Forse? E perché il nostro libro non ha trovato l’adesione di un editore ticinese, secondo lei? Le è già capitato di fare la spesa alla Bennet? E al mercato di Como?)
Ecco, allora è meglio dirlo subito, prima di subire qualche altro attacco diretto o indiretto: a scanso di equivoci, lo spettacolo teatrale Imbratisare: abbraccio, di Ioana Butu (regia di Silvana Gargiulo), la storia vera di una donna nata nel comunismo, emigrata e integratasi in Svizzera (muove un pupazzo che i bambini ticinesi amano) è indipendente. Nessun sostegno. Invito l’articolista nel Mattinonline alla prossima rappresentazione. Ai nostri spettacoli c’è sempre un sacco di gente che paga.
E dopo questo sensazionale e antipatico intervento auto-promozionale (sono soltanto un insegnante di italiano che ogni tanto legge e scrive, credo, un po’ per mestiere) attendo altri attacchi del Mattinonline rivolti ad altri autori che hanno amicizie influenti in ambiti librari-letterari.
Ops, dimenticavo: la copertina l’ha disegnata Marco Scesa, diplomato all’accademia di Brera. Di Giornico. All’epoca stava cercando lavoro. In realtà è un artista con i fiocchi. L’ho pagato io!! Ma non ditegli che fa cose inutili. Scoraggereste un giovane ticinese che ha voglia di fare!!
Daniele Dell’Agnola
Qui il testo di “riferimento” (prego i miei studenti di non leggere, il testo è sgrammaticato, il leghista in questione è un analfabeta di ritorno)