La situazione nella scuola pubblica statale appare, alla ripresa del nuovo anno scolastico, greve e grave. La parola d'ordine sembra essere quella del Taglio, Elimino in nome di una crisi che sacrifica il diritto ad una buona istruzione ed educazione e crea, paradossalmente, altra crisi lasciando per strada, oltre ai valori, i lavoratori della scuola.
Crisi che nega i fondi per le spese di funzionamento delle scuole italiane (dalla carta igienica al materiale di facile consumo) ma anche che porta al rifiuto di fornire ai dirigenti scolastici le risorse sufficienti a comporre organici capaci di tenere conto dei bisogni e delle richieste dei bambini e delle famiglie.
Pesanti sono i tagli inflitti anche ai posti di sostegno: di fronte ad un aumento di 31 certificazioni, nella nostra provincia verranno dati 29 posti in meno rispetto allo scorso anno.
E di nuovo in nome della crisi verranno negati diritti sanciti dalla nostra carta costituzionale.
Avremo le “classi pollaio”... ci saranno classi numerose, anche di 30 alunni e magari con più persone diversamente abili.
Chi avrà diritto (?) al docente di sostegno per l'intera giornata si dovrà accontentare della mezza giornata e le amministrazioni comunali, visto i tagli di risorse, si troveranno in difficoltà anche con l'assistente di sostegno.
Per non parlare della programmazione delle attività alternative all'ora di religione cattolica...!
A questo proposito ci sembra importante segnalare un'importante sentenza che RISANCISCE un diritto, che in questi anni di attività, la nostra associazione ha sempre sostenuto: quello ad avere una programmazione definita e definibile, un diritto reale e non di carta.
Il problema è che, a quanto pare, per rendere laica l'Italia bisogna ricorrere alla Giustizia perché la lettura della Carta Costituzionale non basta più. Ed è questo, a nostro avviso, il rovescio del diritto: il dover ricorrere alla giustizia per chiedere l'attuazione di principi già sanciti.
Il tribunale di Padova con la sentenza del 30/07/2010 ha di fatto stabilito che «ATTIVARE L'ORA ALTERNATIVA È UN OBBLIGO».
Vediamo cosa è successo.
L'associazione UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti) ha sostenuto economicamente e tecnicamente il ricorso presentato dai genitori di una bambina frequentante una scuola primaria statale di Padova. Il ricorso dei genitori motivava che, mentre ai compagni di classe era impartito l'insegnamento della religione cattolica, l'alunna era stata costretta prima a rimanere in classe, poi a trasferirsi in classi parallele per l'intero anno scolastico, senza che l'istituto provvedesse ad attivare le lezioni alternative richieste.
Secondo il tribunale, la loro attivazione costituisce invece un obbligo, e la scuola ha pertanto praticato nei confronti della bambina una doppia discriminazione, «nell'esercizio del diritto all'istruzione e alla libertà religiosa».
Per questo «comportamento discriminatorio illegittimo» l'istituto e il ministero dell'istruzione sono stati condannati anche al pagamento della somma di 1.500 euro.
L'ordinanza del Tribunale di Padova del 30/07/2010, la circolare del ministero dell'istruzione n. 59 del 23/07/2010 (in cui si evidenzia la necessità di assicurare «l'insegnamento dell'ora alternativa alla religione cattolica agli alunni interessati»), la decisione del Consiglio di Stato 2749/2010 (in cui è stabilito, relativamente all'insegnamento alternativo, che «la sua istituzione deve considerarsi obbligatoria per la scuola» e che di questo il ministero «dovrà necessariamente farsi carico») rendono quindi conclamato il diritto di ottenere insegnamenti alternativi a quello cattolico.
Facendo riferimento ai documenti citati, questo diritto può essere fatto valere di fronte a qualsiasi istituto scolastico statale.
A scoraggiare ulteriormente i dirigenti scolastici dall'adottare comportamenti omissivi vi è la responsabilità risarcitoria che tali mancanze comportano, come stabilito dal tribunale di Padova.
Ed ora ricominciamo un altro giro di valzer, sperando che ci sia almeno la pista da ballo.
Buon diritto a tutti!
L'Associazione Scuola e Diritti
(per 'l Gazetin, settembre 2010)
Prenotate qualche copia per i genitori della classe di vostro figlio!