La differenza tra gli uomini italiani di oggi, di cui parla la filosofa Michela Marzano nel suo recente libro Sii bella e stai zitta, e San Paolo, è che i primi pretendono dalle donne appunto la bellezza ed il silenzio, mentre il secondo, un paio di millenni fa, si limitava a pretenderne solo il silenzio. L'ebreo di Tarso tentava anche di giustificare il suo modo di considerare le donne: «La donna impari in silenzio, con perfetta sottomissione. Non permetto alla donna d'insegnare, né di dominare sull'uomo, ma che stia in silenzio. Per primo infatti è stato formato Adamo e quindi Eva. Inoltre, non fu Adamo ad essere sedotto; la donna, invece, fu sedotta e cadde nel peccato» (1Tm 2, 11 13).
Una falsa giustificazione, giacché la stessa sua assurda discriminazione aveva indotto l'autore biblico a narrare in quella determinata maniera il fatto fondamentale della rottura con Dio. La differenza, invece, tra gli uomini della Chiesa di oggi e San Paolo è irrilevante. Essi, come l'Apostolo delle genti, non pretendono dalle donne la bellezza, ed anche se permettono loro di parlare, le mettono a tacere riguardo a qualsiasi importante decisione. Innanzi tutto vietano loro il sacerdozio; e questo implica che siano gli uomini a stabilire l'interpretazione delle Scritture; soltanto gli uomini a scrivere il Catechismo, soltanto gli uomini a dare indicazioni ai fedeli su qualsiasi problema d'ordine etico, anche se riguardante esclusivamente le donne.
Renato Pierri