Dopo essere scomparso per quattro anni dalla scena pubblica, Fidel Castro è tornato alla ribalta, si è fatto vedere alla televisione cubana e nei centri di lavoro, al ritmo di cinque apparizioni in dieci giorni.
Il suo tema ricorrente durante queste uscite pubbliche non riguarda la politica interna e neppure lo stato di degrado della vita pubblica e dell’economia cubana. No davvero. I suoi discorsi - meno lunghi che in passato - vertono sulla politica estera e sono più apocalittici del solito. Secondo il vecchio Comandante il mondo è sull’orlo di un nuovo conflitto nucleare per un probabile attacco degli Stati Uniti e di Israele nei confronti di Iran e di Corea del Nord. Fidel forse non ricorda che in tempi moderni il mondo è stato davvero vicino al conflitto nucleare e allo scoppio di una terza guerra mondiale. In quel caso il merito sarebbe stato soltanto suo e di una scellerata crisi dei missili che vide protagonisti Kennedy e Krusciov.
La sua riapparizione in pubblico provoca diffidenza tra i cubani. Secondo Yoani Sánchez, Fidel vuole distogliere l’attenzione dai veri problemi in un momento in cui il regime castrista si trova in una posizione delicata dopo la scarcerazione dei prigionieri politici. «Quando morì Orlando Zapata Tamayo, il 24 febbraio, comparvero foto di Fidel sulla stampa. La strategia si ripete», ricorda la blogger cubana. Le apparizioni pubbliche di Fidel mirano a controbattere i modesti segnali di apertura, vogliono tagliare alla radice la speranza che Raúl Castro parli di vere riforme economiche nel discorso per l’anniversario dell’assalto alla Caserma Moncada, che avrà luogo lunedì 26 luglio. «Abbiamo il timore che la presenza di Fidel crei un ambiente poco propenso al cambiamento», ammette il dissidente Óscar Espinosa Chepe, che spera in Raúl Castro e confida che «abbia il coraggio necessario per imporsi alla parte più talebana del regime».
Yoani Sánchez parla di un’altra possibilità, una sorta di accordo tra fratelli, sulla base del quale Fidel si occuperebbe dei temi di politica estera e Raúl dei problemi interni. Ma la paura maggiore tra i cubani è che Fidel sia tornato alla carica per recuperare il potere. «Corre voce che sarà Fidel a pronunciare il discorso del 26 luglio», dice la blogger. Espinosa Chepe non lo crede possibile: «Sarebbe il colmo!».
L’aspetto di Fidel è migliorato, nonostante i suoi 83 anni, ma sono in molti a parlare dei suoi gravi problemi di salute.
«È difficile valutare la salute mentale di una persona ossessionata nelle sue tematiche e che parla senza rispondere a domande. Non si vede mai in diretta. Le sue apparizioni sono sempre registrate», assicura Yoani Sánchez e aggiunge: «Se fosse mio nonno ti direi che sta molto bene, ma come presidente non ha le capacità per governare».
«Fidel Castro è un uomo problematico, i cubani ridono dei suoi discorsi apocalittici, in pochi leggono le sue Riflessioni e neppure i media ufficiali pubblicano più i suoi discorsi integrali», dice Espinosa Chepe. Lunedì 12 luglio Fidel è comparso in televisione, ma secondo Yoani Sánchez «l’hanno visto in pochi perché è una figura che appartiene al passato». La blogger aggiunge che Fidel ha detto agli economisti cubani di dedicare quattro ore al giorno per programmare la situazione dopo la guerra nucleare. Un vero paradosso!
«Mancano soltanto due giorni al discorso del 26 di luglio e niente fa presupporre che sia diverso dal solito: espressioni retoriche e incendiarie, ma senza alcun risultato nella vita reale», conclude Yoani.
Tutto fa pensare che la blogger abbia ragione, ma in ogni caso attendiamo con curiosità l’arrivo del prossimo 26 luglio.
Gordiano Lupi
Fidel Castro ha reso omaggio ai caduti del 26 luglio
nel Municipio di Artemisa
Sulla rivista CUBADEBATE (24/07/2010) molte foto dell'evento
Yoani Sánchez commenta: «Fidel Castro appare in televisione con una camicia verdeolivo ma senza i suoi gradi da Comandante. Che cosa vorrà dire?».
E ancora: «Juan Juan Almeida ha fatto ritorno ala sua casa, ma sarà controllato a vista fino al 26 di luglio. Il regime non vuole sorprese né contestazioni». (Gordiano Lupi)