A Friedrich
Friedrich succhiava, beato, un gelato
ma talora sorseggiava anche un sorbetto
o sgranocchiava, goloso, uno spumone
mentre pensava lungo i vialoni diritti,
verso le montagne aguzze, all'eterno ritorno.
Friedrich mangiava, estasiato, cioccolato
sporcandosi i baffi primitivi
mentre pensava al successo che sarebbe stato
e a quella ragazza chiavennasca
sulla strada del passo alpino,
con i panni sporchi da lavare
nel fiume, nell'acqua che va e non torna,
quella fanciulla in fiore
che l'aveva guardato di meraviglia.
Friedrich chiudeva gli occhi semiciechi
nel tramonto porpora e cascante
mentre le bande di paese suonavano
motivi popolari e la sua mente s'immergeva
negli abissi del mondo.
Friedrich in un passo di danza,
il pennino dei giorni a vergare lacrime
di piombo e oro: alchimista, scienziato,
poeta, filosofo, pazzo, ebreo, pagano,
il corvo della demenza in agguato,
le righe della vita confuse
in una foto stropicciata ai posteri,
su una poltrona volta al nulla,
in un cucchiaio di fratellanza amara.
Alberto Figliolia
(da Poesie scelte, Albalibri, 2010)
Regòrt
(in dialetto grosino)
Un ségn de cros
al ghe dàva la fòrsa
a un por crist
de seghèr al tersòl
rampeghè su in di pra.
Al me tremàva i ginòc
vedél in bìlic
sòra al Ruàsc
che al smadunàva
de fam.
(carlo pini)
Giorni di fine estate
Signore fuori stagione
in riva al mare
si donano al sole
per qualche miracolo
di sguardo da catturare
Sulle pagine infinite
il mare scrive con la schiuma
il tempo che fu di tutti
Come fermagli gli ombrelloni
sulla pace sfuggita dalle mura di casa
e ritrovata tra gli imbrogli
di un mercato che vende
pensieri su misura
Picchia il sole
per tenere a bada le anime
cosparse sugli involucri
con un calore che servirà
per il ritorno
Con le tavole fatte
con i giorni già alle spalle
si ricostruisce il baule dei ricordi
Settembre è già alle porte
e nel camerino dei dolori
davanti a uno specchio repulsivo
l’autunno prova i costumi
I bimbi già ci pensano
il sorriso diventa più pesante
tra i dentini
tra poco dovranno essere istruiti
come perdere man mano
i giochi dell’infanzia
Dietro una nuvola
dal colore sinistro
la morte mette strane croci
sui nomi del taccuino
L’autunno si è tolto il cappello
e si guarda i piedi
nella sala d’attesa
Michael Santhers
(da Parole Fredde)
www.santhers.com