|
Il massiccio della Vetta di Ron, versante NE (foto da Cima di Ganda Rossa, 09/11/2005 -12°C) |
01 Giugno 2006
Itinerario
Se non si ha il permesso di transito bisogna lasciare l’automobile a S. Bernardo al limite dell’asfalto (m 1300 ca.) e proseguire a piedi per la carrozzabile fino a Campo (m 1800, ore 1). Sempre per strada carrozzabile si sale fra i boschi fino alle baite di Ron (m 2176, ore 1).
Dapprima sul lato orografico dx, poi accentrandosi, una debole traccia su prato attraversa verso N il ripiano detritico superiore della Val di Ron. Il sentiero si biforca in corrispondenza della scarpata meridionale del Dos di Scespet, la cima fra la Bocchetta di Ron e la Cima di Ron. A dx c’è la via per la Bocchetta di Ron, mentre a sx, risalendo i ripidi pascoli, ci si porta sulla pendente pietraia a S della Vetta di Ron (abbiamo messo alcuni segnavia di pietra, ma purtroppo sono difficilmente visibili). Si risale verso N la pietraia dal suo versante orientale, fino a portarsi sotto la bastionata rocciosa sommitale (m 2800 ca., ore 3:15).
Seguendo i bolli bianchi e gli ometti di pietra che indicano la via, si percorre un lungo cengione che attraversa tutta la parete S della montagna in direzione SE-NO. Si arriva così su un poggio panoramico da cui si può ammirare la Corna Brutana. Si risalgono alcune gole e canali in direzione N e, dopo una semplice fascia rocciosa, si esce sulla Vetta di Ron (m 3136, ore 1:15).
Partenza
|
Campo (m 1750)
|
Come arrivarci
|
Da Sondrio prendere la Strada Panoramica in direzione Teglio. Si passeranno Montagna, Poggiridenti e Tresivio. Giunti a Ponte, alla chiesetta di san Gregorio, prendere a sinistra per Teglio, quindi, dopo una breve salita, prendere la strada che sale a sinistra fra i meleti verso la Val Fontana. Dopo 2 km e mezzo si trova la deviazione sulla sinistra per San Bernardo, limite ultimo di transitabilità consentita (5 km). Un’ora a piedi lungo la strada sterrata consente di arrivare ai m 1750 di Campo (indicazioni sempre chiare).
|
Via
|
Baita di Ron - via normale dalla parete S
|
Tempo per la salita
|
4h 30’
|
Attrezzatura richiesta
|
Abbigliamento per l’alta montagna
|
Giudizio di guide serie (condizioni ideali)
|
Alpinistica F-/EE
|
Le vie alla Vetta di Ron
È il 30 ottobre, sono le dieci passate. Sono corso sulla Vetta di Ron per fare allenamento e ora siedo sulle rovine della croce a leggere il libro di vetta. Trovo la firma di Luigi Pasini, alpinista celeberrimo su questi monti. Assieme ad altri fu l’artefice della rinascita alpinistica della Val Fontana negli anni ’80-’90. Con grande dedizione il gruppo si diede alla ricerca di nuove vie, alla salita di speroni ancora inesplorati e al percorrimento di creste mai affrontate e che, senza il loro contributo, sarebbero rimaste tali. Nel ’92 Pasini, in solitaria, compì il primo concatenamento in cresta delle vette dalla Corna Mara allo Scalino. Da allora l’alpinista pontasco è tornato diverse volte sulla Vetta.
14-8-2003 SALITA X LA PARETE EST
Versante VICIMA ore 11:30
STANNO ARRIVANDO NUVOLONI NERI
DA NORD… FRA UN PAIO D’ORE
SPERIAMO CHE PIOVA!!!
DISCESA PER LA CRESTA NORD-EST
Pasini Luigi ciao a TUTTI
Subito incuriosito mi documento. La parete Est è un itinerario di media difficoltà che si svolge su una ripida scarpata alta circa 300 metri e solcata da un canale centrale, linea guida per l’ascensione. Fu salita per la prima volta il 19 settembre 1914 da Alessandro Rossi, detto il dottor sücc per il suo scarso adipe, e dal Conte Aldo Bonacossa. È caratterizzata da passaggi su rocce molto instabili. Sentite cosa viene suggerito da Silvio Saglio nel suo Bernina:(1) «[…] quindi si supera un leggero strapiombo assicurandosi con la piccozza nel terriccio e si riesce sulla cresta N a pochi passi dall’ometto».
La cresta NE è invece quella che arriva alla Bocchetta Corti. Sempre di media difficoltà, fu la via dei primi salitori, fra cui spicca il grande Antonio Cederna. 19 settembre 1885 (il caso vuole che il giorno sia lo stesso della via precedente!).
Continuo nella lettura del libro di vetta, alla ricerca di ascensioni interessanti. Trovo di nuovo Pasini che questa volta è salito dalla Via dei Campanili, la stupenda cresta SO, quella che inizia dalla Bocchetta di Brutana. Fu percorsa per la prima volta da Rossi, Galli-Valerio e Traverso il 4 agosto 1912. Prevede il concatenamento di tutti e tre i campanili rocciosi che si sviluppano a O della Vetta di Ron. In Bernina(1) si trova la descrizione dettagliata della via: «[…] Si prosegue sul lato orientale del successivo torrione; con il lancio della corda si supera una placca di 3 metri, e portandosi con delicato giro sulla faccia S, si possono superare le erte piode e raggiungere la sommità del Terzo Campanile. Si scende leggermente sul versante Nord per un canale poco sicuro, poi si traversa orizzontalmente e, per la roccia friabilissima della parete occidentale, si giunge all’ometto della vetta».
Di folli a quei tempi non c’era certo carestia, basti ricordare un certo Cornelius che, sempre in solitaria, aprì un sacco di vie malvage sulle principali cime della Val Fontana, come la famigerata via Cornelius alla Vetta di Ron, percorso integrale della cresta orientale della montagna.
Poi, dopo tanti fra molti racconti divertenti, al solito le mie firme passate. Tanta nostalgia nel vedere certe date trascorse, ma anche tanta felicità nel constatare che in questi luoghi desolati una vetta è ancora così ambita.
Enrico Benedetti
(1) Silvio Saglio, Bernina, Cai-Tci, Milano 1959, p. 499.