Fidel Castro di nuovo protagonista alla televisione cubana. Era dal 2006 che non accadeva. Ieri sera si sono accesi i riflettori di Cubavision sul volto stanco e sofferente del vecchio padrone dell’Isola. Il lider maximo tra un mese compierà 84 anni, forse ha voluto festeggiare in anticipo comparendo nel suo programma preferito: la “Mesa Redonda” (tavola rotonda), nella quale in passato era ospite fisso. Il tema affrontato è stato il Medio Oriente, dove Fidel ritiene che stia per scoppiare una nuova guerra.
Yoani Sánchez ci ha rilasciato una breve dichiarazione sull’imprevista apparizione: «Rivedere Fidel Castro in televisione è stato come guardare le vecchie foto: ci domandiamo chi sia quell’uomo ritratto in un’immagine vecchia e dimenticata. Fidel Castro ha parlato solo della possibile guerra Iran-USA. Non ha detto nemmeno una parola sulla situazione interna né sui prigionieri politici. Ci sono tanti temi nazionali di cui parlare! Perché non ci intrattiene sul disastro nazionale di cui è profondamente responsabile? Il deterioramento maggiore non è nel suo stato fisico ma nella sua retorica che ricorda il secolo passato. Adesso posso dire con le parole di un vecchio bolero che Fidel Castro è entrato nel mio passato, nel passato della mia vita».
Yoani Sánchez preferisce pensare al futuro di Cuba. Per questo invita a leggere una nuova voce della blogosfera: Ernesto Morales, che ha aperto un blog consultabile all’indirizzo: www.elpequenohermano.wordpress.com. I problemi della sua terra non si trovano nelle parole retoriche di Fidel Castro ma nelle espressioni dei giovani che raccontano il quotidiano.
Intanto i primi prigionieri politici partono alla volta della Spagna. Yoani Sánchez ha intervistato su Generación Y Pedro Argüelles, che ha scelto di restare a Cuba ma non è ancora stato liberato.
È cominciata l’operazione esilio, che sa tanto di deportazione, per undici prigionieri, salutati ieri all’aeroporto José Martí da molti amici. «Fino a quando sarà questa l’alternativa per chi esprime un pensiero diverso? Fino a quando dovremo scegliere tra la prigione e l’esilio?», si chiede la nota blogger. Visto come stanno andando le cose questa liberazione di prigionieri sembra un atto di magnanimità compiuto dal potere, finalizzato a ottenere favori economici e una diversa politica dell’Unione Europea nei confronti di Cuba. Non pare che alla base delle azioni governative ci sia la volontà di un effettivo cambiamento.
Gordiano Lupi