L’Arcivescovo di Santiago soddisfatto
dell’opera di mediazione della Chiesa
Il presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba, monsignor Dionisio García Ibáñez, ha detto ai microfoni di Radio Martí di sentirsi soddisfatto del fatto che la mediazione della Chiesa con il regime cubano permetterà la liberazione di un gruppo di prigionieri politici.
Lo stesso arcivescovo di Santiago de Cuba ha precisato che la missione della Chiesa Cattolica è di servizio e di riconciliazione, per questo spera che anche in altre situazioni si continui a praticare quel dialogo che da troppo tempo manca a Cuba.
Tramite Radio Martí, monsignor García Ibáñez ha inviato un messaggio ai familiari dei prigionieri politici nel quale esprime la sua contentezza per la pronta liberazione.
L’opposizione cubana
tra soddisfazione e scetticismo
L’opposizione a Cuba e i familiari dei detenuti hanno ricevuto con soddisfazione, ma anche con scetticismo, la notizia della liberazione dei dissidenti che furono arrestati durante la Primavera Nera del 2003.
Il dissidente Guillermo Fariñas, in sciopero della fame da oltre 4 mesi, ha dichiarato di non confidare molto nelle parole delle autorità, ma ha aggiunto che abbandonerà la sua protesta solo quando vedrà in libertà almeno 10 - 12 prigionieri sui 52 promessi. La Dama de Blanco, Laura Pollán, ha detto che la notizia è buona, ma c’è molta incertezza sul futuro, mentre desta grande preoccupazione la salute di Fariñas, che è ricoverato in una clinica di Santa Clara.
L’oppositore Elizardo Sánchez Santacruz ha fatto notare che si tratta di un passo in avanti, ma che l’accordo tra governo cubano e Chiesa Cattolica non soddisfa l’esigenza di liberare tutti i prigionieri politici.
L’economista Oscar Espinosa, uno dei detenuti della Primavera Nera, ha detto all’Agenzia Francese di Stampa che si tratta di un’eccellente notizia che apre le possibilità ad altri cambiamenti nella società cubana.
Tutti i dissidenti e molti esponenti delle società civile hanno fatto notare che non è possibile scambiare la libertà con un esilio obbligato. Oswaldo Payá ha detto che i prigionieri liberati devono scegliere senza forzature se restare a Cuba o espatriare in direzione della Spagna. La blogger Yoani Sánchez ha espresso identica convinzione, rincarando la dose: «Per portare via da Cuba tutti coloro che non sono d’accordo con il regime servirebbe una linea aerea con servizi settimanali. Perché Moratinos non fa salire sul suo ipotetico aereo le persone che hanno ridotto così male il nostro paese?».
Siamo in attesa di conoscere l’esito del colloquio che ci sarà tra il cancelliere spagnolo Moratinos e il presidente cubano Raúl Castro.
Gordiano Lupi
Traduzione vignetta:
“Se li libero tutti sarà visto come un solo gesto umanitario. Se li libero uno alla volta, saranno giudicati come centinaia di gesti umanitari!”