Il gestore della raccolta dei rifiuti nell'area fiorentina, Quadrifoglio, fa opera di cattiva e sbagliata informazione. Il presidente dell'azienda, Giorgio Moretti (foto), interpellato oggi dal quotidiano La Nazione canta vittoria contro rimborsi e applicazione dell'Iva grazie ad una disposizione approvata nel recente decreto-legge n. 78/2010 che qualifica la Tia come corrispettivo e non tributo. Quindi, dice il nostro: «a differenza di altri abbiano fatto bene a tenere duro», continuando a far pagare l'Iva nonostante una sentenza della Corte Costituzionale abbia qualificato il pagamento delle bollette dei rifiuti come un tributo e non un corrispettivo per un servizio.
Vediamo perché sbaglia.
La Tia (tariffa igiene ambientale) che viene applicata da Quadrifoglio non è quella a cui fa riferimento il decreto-legge n. 78/2010. Che invece riguarda la Tia del Codice ambientale (d.lgs. n. 152/2006), non ancora in vigore perché mancano i decreti attuativi. La Tia fiorentina è quella del Decreto Ronchi (d.lgs. n. 22/97), poi abrogato dal Decreto ambientale.
La questione, quindi è tutt'altro che risolta, perché è nel marasma totale: la Tia applicata è quella di una legge abrogata e sostituita da una nuova che non è entrata in vigore per assenza degli specifici decreti, decreti che dovevano essere emanati entro il 30 giugno 2010...
In questo marasma è bene non cantar vittoria e dedicarsi ad autoelogi, perché una sola è la certezza: la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che le bollette per i rifiuti sono il pagamento di un tributo e non il corrispettivo per un servizio (quindi niente Iva). Non solo, per i rifiuti oggi si paga:
- rispetto al metraggio della propria abitazione e non alla produzione specifica di rifiuti;
- e, per esempio, per il lavaggio strade, la raccolta dei cani morti, la pulizia delle scritte sui muri, etc.
sono forse questi corrispettivi che il cittadino paga per un servizio preciso e non un tributo per un servizio generico di igiene ambientale?
Infine, il decreto-legge n. 78/2010 è solo entrato in vigore, ma non ha concluso il proprio iter, tant'è che al Senato abbiamo fatto presentare emendamenti soppressivi proprio della norma che fa cantare vittoria al presidente di Quadrifoglio.
Al momento, quindi, è legittimata da parte dei contribuenti la richiesta di rimborso dell'Iva pagata illecitamente negli ultimi cinque anni e la pretesa che l'Iva non sia applicata... pretesa non tanto campata in aria visto che, per esempio, il gestore della capitale, Ama, non la fa pagare da tempo.
Qui tutte le nostre iniziative in merito
Qui un scheda pratica per cercare di capire il groviglio dell'attuale legislazione:
Vincenzo Donvito, presidente Aduc