I poliziotti in Cecenia sparano vernice addosso alle donne dalla testa scoperta; i poliziotti viaggiano in auto con le finestre oscurate e sparano alle donne sul collo o direttamente in faccia mentre queste ultime camminano per strada.
A seguito delle prime aggressioni avvenute la scorsa settimana, nella città cecena di Gudermes sono apparsi i volantini dei “cecchini” che mettono in guardia le donne: se non si decidono a coprirsi, gli sparatori di vernice saranno costretti ad assumere «misure più aspre». Sui volantini si legge anche: «Non è fastidioso, per te, mentre sei vestita in modo provocante, con la testa scoperta, dover ascoltare vari osceni 'complimenti' e proposte? Rifletti!»
Questo sviluppo oltraggioso e degradante - sparare alle donne con la vernice?! - è uno dei risultati del patto a sangue freddo stipulato dalla Russia con il leader ceceno Ramzan Kadyrov, un ex ribelle mutatosi in lealista del Cremlino.
Nel tentativo di mantenere il controllo sulla Cecenia e di schiacciare ogni sollevazione separatista, la Russia ha praticamente concesso a Kadyrov di governare la repubblica cecena secondo la sua personale visione della legge islamica.
La Russia ha chiuso un occhio mentre Kadyrov arruola migliaia di uomini in una milizia personale che deve far rispettare i bandi sugli alcolici e il fazzoletto da testa obbligatorio per le donne. Il metodo usato con le donne è particolarmente abietto, violento ed umiliante, una forma di terrorismo per forzare le donne alla soggezione.
L'attivista per i diritti umani Lyudmila Alexeyeva ha dichiarato all'agenzia di stampa Reuters che: «queste palle di vernice sono ovviamente una pensata di Kadyrov per rafforzare e stringere la sua presa su questa piccola repubblica».
Sparare vernice in faccia alle donne che camminano per strada e filmare il tutto con i cellulari è dunque, visibilmente, l'idea di quest'uomo su come consolidare il proprio potere.
Si tratta di un segnale allarmante della crescente oppressione delle donne cecene, un segnale di cui la comunità internazionale deve parlare immediatamente, sanzionando sia Kadyrov sia il governo moscovita per questa violenta violazione dei diritti e della dignità delle donne.
Sarah Menkedick
Traduzione di Maria G. Di Rienzo
(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 3 luglio 2010)
Sarah Menkedick è una giornalista indipendente e scrittrice. L'articolo è apparso su Change il 25 giugno 2010.