A Cuba da alcuni giorni Juan Juan Almeida si è dichiarato in sciopero della fame fino a quando Raúl Castro non gli permetterà di lasciare l’Isola per alcune settimane per farsi visitare da un medico in Belgio e per poter abbracciare la sua famiglia, oggi residente nell’esilio. Il padre di Juan Juan era il generale Juan Almeida, uno dei pochi neri che ha accompagnato Fidel Castro in tutte le sue avventure rivoluzionarie. Morì l’anno scorso e lo seppellirono con grandi onori.
Juan Juan, il figlio, è molto malato. Soffre di una rara malattia delle ossa e delle articolazioni che a Cuba non sanno come curare. I belgi, invece, hanno sviluppato un efficace trattamento. Raúl Castro che conosce Juan Juan da quando era un bambino, non vuole lasciarlo andare all’estero per cercare di curarsi. Desidera vederlo morire sull’Isola. Perché? Non si sa con certezza, ma la spiegazione confidenziale che ha fornito un ambasciatore cubano è che si tratta del capriccio criminale di una donna che odia Juan Juan. Una donna per la quale Raúl Castro ha una speciale predilezione.
Uno dei problemi più gravi di questo paese è che i fratelli Castro sono i padroni della vita e della morte di tutti i cubani. Fidel decise che la dottoressa Hilda Molina (foto), un’eminente neurochirurga, non sarebbe dovuta andare in Argentina per ricongiungersi al figlio e al nipote perché il suo ingegno apparteneva alla rivoluzione. Fu così che la tenne sequestrata per oltre un decennio fino a quando non si stancò e concesse la sua libertà come dono in occasione del matrimonio di Cristina e di Néstor Kirchner. Raúl si comporta allo stesso modo. Incarcera, scarcera, lascia morire o salva chi ritiene opportuno. A Cuba non esiste altra legge se non la sua volontà. Non è perché Juan Juan Almeida è il figlio di un “eroe” e per questo motivo non può andare all’estero. In Florida vivono due figlie di Fidel. In realtà, non c’è un leader rivoluzionario che non abbia parenti stretti all’estero. Il problema è un altro. Questo è il tipico atteggiamento degli schiavisti.
Carlos Alberto Montaner
Traduzione di Gordiano Lupi