In questi giorni di manovra il nostro emendamento e quello simile del sen. Lucio Malan hanno riaperto il dibattito sulla necessità o lo scandalo di legalizzare e quindi tassare la prostituzione.
Chi ha bollato come scandalosa e immorale la proposta dovrebbe sapere che oggi lasciare tutto com'è significa lasciare nell'illegalità tutte e tutti quelli fanno questa attività. Non intervenire con una regolamentazione vuol dire non separare chi è costretto -le cosiddette schiave del sesso- da chi lo fa per libera scelta, una comunanza che nei fatti arricchisce, nella migliore delle ipotesi, l'evasione fiscale, nella peggiore la malavita e la tratta.
Chi non vuol separare i due mercati lascia al cliente l'alibi di dire non potevo sapere che era costretta e non lo faceva per scelta.
Chi non non vuol separare i due mercati lascia quelle che hanno dei redditi da capogiro in balia dell'Agenzia delle Entrate e dei controlli incrociati del redditometro, le tasse in maniera casuale vengono chieste ma senza dare in cambio un contorno di legalità, di assistenza sanitaria e previdenziale.
E allora cos'è più scandaloso e immorale?
Donatella Poretti