Occorre rimuovere resistenze e indifferenze dei ministeri della salute e delle finanze. Un appello alla mobilitazione, alle compagne e amiche del Pd, ai malati e alle loro famiglie, innanzitutto…
Dalla mezzanotte di domenica ho ripreso lo sciopero della fame, l’obiettivo è quello del rispetto dei diritti dei malati a partire da quelli affetti da Sclerosi laterale amiotrofica; vincere e rimuovere le resistenze, le inerzie, le incomprensibili pigrizie delle burocrazie ministeriali che finora hanno impedito l’approvazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), e il conseguente aggiornamento del Nomenclatore degli ausili e delle protesi.
Già nell’autunno scorso avevo, assieme a quattro malati di SLA sardi, intrapreso una analoga iniziativa, durata una ventina di giorni. Le mie colleghe e i miei colleghi del PD alla commissione Affari Sociali della Camera, in sostegno e appoggio alla mia iniziativa, decisero di unirsi al digiuno, e in seguito a ciò, come prova di fiducia, sospesi d’intesa con i malati, il digiuno.
Devo prendere atto con rammarico che da allora non è accaduto nulla. Il ministro della Salute Fazio ha fatto sapere d’aver fatto tutto il possibile, la responsabilità per il ritardo sarebbe da imputare al ministero del Tesoro, che dovrebbe valutare la congruità economica degli impegni previsti per l’attuazione dei nuovi LEA.
È un’inerzia, uno scaricabarile inaccettabile. Governo e ministri dunque si assumano le loro responsabilità: gli impegni assunti vanno mantenuti, questo rimpallo di responsabilità sulla – letterale – pelle dei malati e delle loro famiglie, è intollerabile. Per questo rivolgo un pubblico appello alla mobilitazione, innanzitutto alle compagne e alle amiche del PD, ai malati di sclerosi laterale amiotrofica, alle loro famiglie. Mai come ora: dal corpo del malato, al cuore della politica!
Maria Antonietta Farina Coscioni,
deputata radicale e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni