morto Saramago... oggi:
e io che non sono nessuno
mi porto dentro
del Portogallo
un figlio biondo battezzato dalla pioggia di Lisbona
al suono del fado che migrava perfino dentro il silenzio
di una casa dalle finestre verdi;
una cecità che mi ha fatto vedere
e sentire l'amore anche attraverso il buio interiore
e la disillusione che la vita sempre ti riporta;
mi tengo dentro ancora
- e lo intiepidisco -
il desiderio di esser quel porto estremo
ove far riposare intero un oceano ed il suo sale
(la sua giovane tempesta)
ogniqualvolta l'onda me lo sospinga contro;
mi porto l'inquietudine scritta e quella non detta
di chi poeta non potea...
di chi non poteva
dai!
che nascere in quell'altrove di mondo
dove l'ho visto
da cieca e da folle - da strega -
ancora intento
in Martiño de Arcada
al suo quotidiano segreto.
muore Saramago
è morto anche il suo Gesù
è morto Pessoa
muoiono tutti
ma le parole non muoiono mai
e risuonano nel canto:
in Portogallo si beve fresca
l'immortalità
e la si mangia col vento freddo
ai piedi santi dell'occidente
e tra quei muri bianchi e grigi
dove scopri di te stesso la pianta
triste
ma di vita affamata
e affacciata a una porta sconnessa
una tua cara
dolcissima
giovinezza.
Nina Nasilli