La polemica scatenata dalla lettera indirizzata da alcuni rappresentanti della società civile cubana al Congresso degli Stati Uniti per ottenere facilitazioni commerciali e minori limitazioni di viaggio verso l’isola oggi registra l’opinione autorevole di Reinaldo Escobar, marito di Yoani Sánchez.
Uno dei punti di maggior contrasto quando si dibatte il tema Cuba è quello che si riferisce alle restrizioni imposte all’isola da parte del governo degli Stati Uniti. Tendere ad ammorbidire o a inasprire le suddette restrizioni, con tutte le sfumature immaginabili, caratterizza la diversità di opinione che produce posizioni contrastanti, nell’esilio, nell’opposizione interna e nella politica verso Cuba messa in atto dalla maggioranza dei paesi.
Tra gli argomenti portati avanti dai partigiani dell’inasprimento troviamo quello metaforico, che non accetta nessun segno di distensione perché vorrebbe dire procurare ossigeno al regime.
Da alcuni giorni circola una lettera indirizzata al Congresso degli Stati Uniti, sottoscritta da una serie di persone rappresentative della società civile cubana, nella quale si chiede un incremento delle facilitazioni per vendere alimenti a Cuba e che venga permesso ai turisti nordamericani di visitare il nostro paese. Come era prevedibile, il documento ha provocato l’irritazione dei sostenitori della linea dura. Non pretendo di essere imparziale su questo tema, anche perché sono uno dei 74 firmatari e perché in questo paese vive tutta la mia famiglia: mia madre, mia sorella, i miei figli, mia moglie, i miei nipoti e un’enorme quantità di cugini e cugine. Per dura che diventi la situazione nessuno di loro scenderà in strada e si renderà protagonista di una protesta sociale, soprattutto perché non sanno che le loro mancanze dipendono principalmente dall’inefficienza governativa. Finché ci sarà l’embargo da accusare, finché esisteranno limitazioni pubbliche alle potenzialità commerciali, la colpa sarà dell’imperialismo, soprattutto se non vedremo mai un gringo da queste parti per poterne apprezzare la natura non demoniaca.
In questo acquario manca l’ossigeno e chi si oppone a pomparlo non si rende conto che vuol punire persone con le bombole sulle spalle e il cannello in bocca, non comprende che questi privilegiati hanno il monopolio di tutte le cose respirabili e le dividono secondo i meriti di chi ingrossa le fila dei politicamente corretti. Sembra non sapere che i nostri diritti sono stati sequestrati proprio in nome della minaccia di asfissia e per colmo, contraddicendo la logica, dimentica che un’atmosfera ricca di ossigeno favorisce il fuoco e l’esplosione.
Reinaldo Escobar
(dal blog Desde Aquí, 12 giugno 2010)
Traduzione di Gordiano Lupi