La revisione del meccanismo dell'otto per mille del gettito Irpef, almeno nella parte più perversa, ossia quella della ridistribuzione delle scelte non espresse, produrrebbe nuove entrate per le casse dello Stato di oltre mezzo miliardo di euro all'anno.
In occasione della manovra economica ho presentato col senatore Marco Perduca un ordine del giorno (essendo impossibile intervenire direttamente in materia con iniziativa parlamentare) chiedendo al Governo per quanto di sua competenza di rivedere il meccanismo.
I contribuenti che annualmente in sede di dichiarazione dei redditi esprimono la loro preferenza a questa o quell'altra confessione religiosa, sono circa il 40 per cento del totale. Un esempio: nel 2008 l'ammontare dell'otto per mille è stato di euro 948.583.048,73. Le scelte espresse sono state pari al 41,83% del totale dei contribuenti. Col meccanismo attuale (terzo comma art. 47 legge 222/1985) tutta la cifra a disposizione è stata distribuita in due battute: prima il 41,83% (pari a euro 396.792.289,28) a tutti i beneficiari secondo l'indice di gradimento dei firmatari, e poi il restante 58,17% (pari a euro 551.790.759,45), sempre secondo l'indice di gradimento dei firmatari, ma questa volta solo a coloro che hanno accettato la quota non espressa (tutti meno le ADI-Assemblee di Dio in Italia e i Valdesi).
Se venisse rivista la formula attuale sulla ripartizione delle scelte non espresse, lo Stato avrebbe reintroitato quei quasi 552 milioni di euro (il 51,87% pari alle preferenze non espresse).
Con l'odg chiediamo al Governo di impegnarsi:
- a pubblicizzare i lavori della commissione paritetica istituita dall'art. 49, i componenti e le eventuali proposte di modifiche che sono state presentate;
- per quanto di sua competenza, e tramite i componenti di nomina governativa, a verificare l'opportunità della revisione del meccanismo della ripartizione delle scelte non espresse.
Donatella Poretti
Qui il testo completo dell'ordine del giorno